Acciaierie d’Italia è insolvente: ora può ufficialmente entrare in amministrazione straordinaria. Il Tribunale fallimentare di Milano ha attestato lo stato finanziario dell’ex Ilva come chiesto dal socio pubblico Invitalia e dal commissario straordinario Giancarlo Quaranta, mettendo nero su bianco la difficile situazione in cui versa l’azienda: c’è una «assoluta assenza di liquidità di cassa» che può compromettere la «sopravvivenza» della società. Il procuratore aggiunto Laura Pedio ha aperto contemporaneamente un fascicolo sul caso ex Ilva, per ora senza ipotesi di reato né indagati, che però potrebbe portare presto ad un’inchiesta per bancarotta.
Respinte al mittente, invece, le richieste di AdI che con il socio privato di maggioranza ArcelorMittal chiedeva un concordato «in bianco» per tutto il gruppo. Domanda che i giudici definiscono «improcedibile», perché è stata già aperta la procedura di amministrazione straordinaria e dunque, come prevede il decreto legge del 18 gennaio scorso, non possono essere ammessi altri strumenti di protezione del patrimonio.
La dichiarazione di insolvenza dà il via libera all’avvio del commissariamento e alla concessione di prestiti statali, «uno o più finanziamenti a titolo oneroso» per un massimo di cinque anni fino a un importo di 320 milioni di euro per il 2024, come previsto dal decreto ex Ilva, il cui iter di conversione in legge prosegue in Senato. La commissione Industria di Palazzo Madama ha concluso intanto le votazioni sugli emendamenti, approvando una serie di misure a favore dell’indotto che sono state oggetto di riformulazioni da parte del governo. Il testo andrà in Aula il 5 marzo. Una serie di proposte emendative approvate – spiega il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che la prossima settimana visiterà gli impianti in Liguria e Piemonte – hanno «recepito le richieste che ci sono giunte dall’indotto in queste settimane di confronto. Sono stati rivisti i parametri di accesso al Fondo di garanzia e accolta la richiesta della Regione Puglia» di utilizzare avanzi di amministrazione per sostenere le imprese della filiera.