“È bellicista”: gli euro-grillini votano contro la risoluzione pro-Ucraina

"È bellicista": gli euro-grillini votano contro la risoluzione pro-Ucraina

Neanche il tempo di cercare di consolidare il cosiddetto “campo largo” insieme ai vari Schlein e Calenda – soprattutto dopo il successo “inebriante” in Sardegna – che subito il Movimento 5 Stelle certifica la propria lontananza in materia di politica estera con gli altri partiti del centrosinistra. Succede nella giornata di oggi a Strasburgo: in occasione infatti dell’assemblea plenaria odierna del Parlamento europeo, il partito grillino ha annunciato che “non sosterrà la risoluzione dopo due anni di guerra di aggressione della Russia all’Ucraina in voto oggi al Parlamento Europeo. Nel testo manca un invito all’apertura dei negoziati di pace e, per mettere fine al conflitto, l’unica opzione offerta resta quella bellicista“.

La posizione della delegazione pentastellata è quindi molto chiara riguardo al testo verrà votato questo pomeriggio. “Per noi – aggiungono – questo è inaccettabile, tanto più che i paragrafi 7, 10 e 11 della risoluzione rappresentano un invito alla corsa al riarmo e all’escalation della guerra: si auspica una fornitura continua, sostenuta e in costante aumento di tutti i tipi di armi convenzionali all’Ucraina“. Secondo i 5 Stelle si inviterebbero gli Stati membri “più recalcitranti a fornire sofisticati sistemi di difesa aerea, missili a lungo raggio, come i Taurus, Storm Shadow/Scalp e moderni aerei da combattimento. Infine, si sposa la proposta del Ppe di destinare all’acquisto di armi per l’Ucraina almeno lo 0,25% del Pil annuo, una spesa che nel caso dell’Italia porterebbe a nuovi tagli a sanità e istruzione“.

Dopo avere inizialmente sostenuto due anni esatti fa l’invio delle armi al Paese che era stato da pochissimi giorni invaso da Vladimir Putin, il Movimento 5 Stelle si è via via dissociato da quella decisione che aveva visto unire quasi tutto il Parlamento italiano. Una scelta che aveva anche una connotazione elettorale, visto che l’allora governo Draghi stava ormai per cadere e si sarebbe andati a elezioni anticipate. “Da due anni – continuano gli europarlamentare grillini – forniamo in modo diretto e indiretto armi e munizioni agli ucraini e questo non ha portato i risultati sperati, anzi. L’attuale conflitto rischia di allargarsi, se le tensioni nell’area non diminuiranno e se non si avvia un difficile, ma obbligato, dialogo fra tutte le parti coinvolte“. Ecco poi il collegamento con il conflitto israelo-palestinese: “L’Unione Europea è nata per unire dopo la distruzione della Seconda Guerra Mondiale e deve ripudiare la guerra, come recita l’articolo 11 della Costituzione italiana. Per quanto ci riguarda la soluzione negoziale è l’unica strada che l’Europa deve percorrere e questo vale sia in Ucraina che a Gaza“, concludono.

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