Sono le 16.30 circa e una volante della polizia è pronta a partire dalla questura di Torino in direzione del Centro di permanenza per i rimpatri di Milano. A bordo, un cittadino straniero di origine marocchina irregolare sul territorio italiano che prossimamente dev’essere riaccompagnato nel suo Paese di origine. L’arresto è avvenuto meno di 24 ore fa, quando lo straniero è stato denunciato perché sorpreso a imbrattare un sottopasso alla periferia del capoluogo piemontese con scritte offensive. Ma poco prima che la volante parta, un nugolo di persone la accerchia: vogliono aprire la portiera e far scappare lo straniero, “liberare”, dicono loro.
Alcuni agenti accorrono a difesa del mezzo di servizio, si frappongono tra i manifestanti e la vettura, impedendo che vengano causati danni al veicolo e che, soprattutto, l’immigrato venga lasciato libero di allontanarsi. Ci sono pugni e calci contro il mezzo, forse qualcuno arriva anche ai poliziotti. A guidare l’assalto sono i soliti noti dei gruppi di antagonisti torinesi, quei centri sociali che il Comune piemontese coccola e gli anarchici che non mancano mai in questi contesti. Dopo il parapiglia, senza aver ottenuto il risultato, i violenti sono partiti in un corteo improvvisato durante il quale sono state assaltate anche altre autovetture, tra le quali una dove si trovavano due ragazzi. Successivamente, si sono raccolti in presidio sotto la questura. Alla fine, sono cinque le persone fermate, a carico delle quali dovrebbe scattare una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. Negli scontri, almeno un poliziotto è rimasto ferito e la tensione rimane alta a Torino. Si temono nuovi scontri nella notte.
“Sono sdegnato“, ha dichiarato il ministro Matteo Piantedosi davanti alle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della questura. “Questo inaccettabile atto di violenza è sintomatico del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposti in questi giorni le Forze dell’ordine e in particolare la Polizia di Stato, a cui va la mia solidarietà e vicinanza“, ha aggiunto il titolare del Viminale, riferendosi ai continui attacchi ricevuti dagli agenti. Non ultimo, quello di un consigliere regionale del M5s secondo il quale gli agenti meritano gli sputi. “La legittimazione dell’odio contro le forze dell’ordine, all’interno di quella che assume i contorni di una pericolosa caccia alle streghe, porta a sdoganare la violenza nei confronti di chi serve con coraggio e professionalità lo Stato“, si legge nella nota di Paola Ambrogio, senatore di Fratelli d’Italia.
Agli agenti è stata espressa solidarietà anche da parte di Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, che ha manifestato “ferma e decisa condanna” per l’aggressione e “piena solidarietà agli agenti coinvolti“. Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa ha condannato quanto avvenuto a Torino, rinnovando la sua gratitudine agli agenti. “Non è un caso che un episodio così grave avvenga proprio nella città dove il sindaco avvia la regolarizzazione dei centri sociali antagonisti. A Torino si è purtroppo creato un clima di impunità che rafforza le strategie della tensione e l’arroganza degli antagonisti“, commentano l’assessore della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, e il vice capogruppo di Fdi alla Camera, Augusta Montaruli. Per il momento, dalla sinistra nessun commento, eccezion fatta per il sindaco del capoluogo.
C’è, invece, rabbia dalle parti delle forze dell’ordine, che sottolineano come tutto questo sia figlio della legittimazione della violenza nei loro confronti. “Assaltare i poliziotti all’uscita dalla Questura per impedire un atto del proprio ufficio, costituisce un comportamento eversivo, fuori da ogni limite tollerabile di giustificazione“, si legge in una nota del sindacato Siulp di Torino. “La tolleranza e le strumentalizzazioni contro le forze dell’ordine rafforzano un’idea d’impunità, che, fornendo una visione parziale, e di parte, dei fatti, contribuisce a questo continuo attacco ai tutori dell’ordine“. Dal Sap individuano le ragioni dell’assalto come “conseguenze della presa di posizione di una parte della classe politica sui casi di Pisa e Firenze, senza aspettare quantomeno un minimo di accertamento dei fatti, e imputando sin da subito le colpe sulla polizia di Stato“. Luca Patanella, segretario generale provinciale per Torino del sindacato Fsp sottolinea come l’odio di questi giorni ha “partorito la fuoriuscita di uno tsunami di anarchica violenza“.