Mali, liberati i tre ostaggi italiani sequestrati nel 2022. Rientrati in Italia. Meloni: “Grazie all’Aise”

Mali, liberati i tre ostaggi italiani sequestrati nel 2022. Rientrati in Italia. Meloni: "Grazie all'Aise"

L’aereo con i tre italiani rapiti nel Mali e liberati oggi è rientrato in Italia all’aeroporto di Ciampino (Roma). Si chiude positivamente un incubo iniziato il 19 maggio 2022. Ad accoglierli il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha ringraziato “il grande lavoro fatto dalla diplomazia e dalla intelligence per riportarli a casa”. Il ministro ha sottolineato che c’è stato, durante il sequestro, “una grande collaborazione della famiglia, che ha sempre mantenuto il silenzio con grande serietà. È così – ha aggiunto- che si ottengono i risultati”.

La notizia della liberazione

“Questa notte sono stati liberati tre cittadini italiani, Rocco Langone (66 anni), la moglie Maria Donata Caivano (64 anni) e il figlio Giovanni Langone (44 anni), che erano stati sequestrati il 19 maggio 2022 nella loro abitazione alla periferia della città di Koutiala, a sud est della capitale del Mali, Bamako, dove vivevano da diversi anni. È un’area particolarmente permeata dalla presenza di miliziani jihadisti; il rapimento era avvenuto da parte di una fazione jihadista riconducibile al JNIM, Gruppo di supporto per l’Islam e i musulmani, allineata con al-Qaeda, attiva in larga parte dell’Africa Occidentale. La famiglia Langone viveva a Koutiala da diversi anni, all’interno di una comunità di Testimoni di Geova, del tutto integrati”.

“Voglio esprimere le mie più sentite felicitazioni per la liberazione dei nostri tre connazionali sequestrati nel 2022 in Mali”, dichiara la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “E ringraziare per lo straordinario lavoro l’Aise che, di concerto con il Ministero degli Esteri, ha consentito questo non facile risultato”.

Pochi giorni fa ilGiornale aveva anticipato che la liberazione dei nostri connazionali era vicina. Il governo italiano spiega che “il rilascio della famiglia è stato reso possibile grazie all’intensa attività avviata dall’Aise (l’agenzia italiana di servizi segreti per l’estero, ndr) di concerto con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, fin dall’immediatezza del sequestro, e in particolare grazie ai contatti dell’Agenzia con personalità tribali e con i servizi di intelligence locali. Nonostante la lunga prigionia, i componenti della famiglia Langone godono di buone condizioni di salute. Il loro rientro in Italia è previsto per oggi a Roma”.

Rocco Langone, originario di Potenza, con la moglie aveva raggiunto il figlio che viveva lì già da un po’. In seguito avevano scelto restare in Africa, stabilendosi in una comunità di testimoni di Geova vicino al villaggio di Sicnina, alla periferia di Koutiala, 270 km a sud est della capitale Bamako.

Quel 19 maggio del 2022 i rapitori, quattro persone armate, erano entrate nella loro casa portando via i nostri connazionali (e un quarto uomo, originario del Togo) a bordo di una Toyota di grossa cilindrata. Dalle indagini erano emerse due piste investigative: una puntava su Jnim, un gruppo legato ad al Qaeda noto per il sostegno ai musulmani, l’altra su una cellula di miliziani denominata Katiba Macina. Non è da escludere che, una volta rapiti, i nostri connazionali possano essere stati “ceduti” a un altro gruppo.

Lunga serie di sequestri

Gli ostaggi liberati oggi sono gli ultimi di una serie di rapimenti che hanno coinvolto nostri connazionali nella regione del Sahel. Prima del sequestro dei Caivano erano stati rapiti il 31enne padovano Luca Tacchetto, il sacerdote di Cremona Pier Luigi Maccalli e il cicloturista campano Nicola Chiacchio, tenuti prigionieri per mesi da gruppi jihadisti vicini ad al Qaeda. Tutti per fortuna sono stati liberati.

La gioia del sindaco di Triuggio

“Ho appreso la notizia da poco, siamo molto soddisfatti”, dice all’agenzia LaPresse Pietro Giovanni Cicardi, sindaco di Triuggio (Monza e Brianza), in merito alla liberazione della famiglia Langone, che viveva nel comune lombardo. “Mi sono già sentito con il figlio che era rimasto in Italia e che abita qui nel nostro territorio: gli ho espresso tutte le mie felicitazioni perché finalmente, dopo un anno e mezzo, si è conclusa questa vicenda che sembrava ormai dimenticata. Dobbiamo capire se torneranno a vivere nella loro abitazione”, spiega il sindaco. “Se li accoglieremo con una festa? Ho scambiato messaggi con l’altro figlio, insieme vedremo il da farsi”.

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