Al grido di «Palestina libera» e «Stop al genocidio», ma anche trascinando sagome di Netanyahu, Meloni e Salvini coperte da mani insanguinate, è stato un vero e proprio serpentone di oltre 15mila persone quello che, partendo poco prima delle 15 da piazzale Loreto, ha sfilato ieri pomeriggio in corteo lungo una Milano fintamente soleggiata – ma in realtà fredda e umida – nella manifestazione del sabato pro Palestina. Come annunciato dai vari siti, gruppi e sigle provenienti da tutto il nord Italia hanno affollato la città paralizzando il traffico (tra la testa del corteo e la coda c’era un’ora di cammino, ndr) al culmine della settimana della moda e di una giornata movimentata anche da altre manifestazioni, come il corteo della Comunità ucraina di Milano per i due anni dall’inizio del conflitto con la Russia di Putin e al quale hanno partecipato 3mila persone che non hanno creato mai momenti di tensione.
La manifestazione del sabato pro Palestina finora non era mai stata così affollata e nonostante si temessero ritorsioni anche dopo il diniego della questura agli organizzatori a raggiungere piazza Duomo, ha avuto pochi momenti di tensione ma particolarmente intensi. Dopo aver camminato, tra cori e fumogeni, gli attivisti in corteo si sono fermati una prima volta di fronte alle vetrine di un negozio sfitto, tra piazza Duca d’Aosta e via Vittorio Pisani per imbrattare le pareti con un grande murale scrivendo «Free Gaza» con i bombolette spray dai colori della bandiera palestinese.
Mentre in piazza della Repubblica alcuni antagonisti bruciavano una bandiera Usa e una israeliana, in via Turati c’è stato forse il momento più ostico per l’ordine pubblico. Un gruppo di giovani con il volto coperto dal passamontagna ha lanciato infatti oggetti (tra cui persino due ordigni esplosivi che però non si sono attivati) contro il Reparto Mobile in assetto anti sommossa nelle vicinanze della sede del consolato americano, che voleva raggiungere nonostante i divieti. La fermezza degli agenti e dei carabinieri ha costretto però i manifestanti a retrocedere.
Bis poco dopo in piazza Principessa Clotilde dove, altri manifestanti con il volto coperto, si è staccato dal corteo per andare a colpire con pietre e sassi le vetrine di un supermercato. Un assalto durante il quale chi protestava ha lanciato fitte sassaiole e tantissime uova, finendo per distruggere il vetro posteriore di una pattuglia della polizia locale, danneggiare due vetture della Guardia di Finanza, una macchina del car sharing, mentre una vigilessa è stata colpita al capo da un sasso ed è finita in ospedale per una ferita lieve.
Verso le 17 la testa del corteo – – ha raggiunto largo Cairoli e il Castello Sforzesco. Lì la polizia ha impedito ancora una volta al gruppo antagonista, armato di fumogeni, di staccarsi e raggiungere il cuore della città.