“Sbirri di m…”. Così a Pisa i manifestanti hanno caricato la polizia | Il video

Scontri a Pisa e Firenze, rimosso il capo del Reparto Mobile

La sinistra che ora strepita per i “bimbi” manganellati dalla polizia non racconta gli antefatti, non sarebbe utile alla narrazione che vuole la polizia violenta al servizio di una supposta volontà repressiva di un governo di destra. Eppure, ci sono dei video che raccontano una verità diversa rispetto a quella che si sta vendendo in queste ore, in cui i “bravi ragazzi” che vogliono giocare alla guerriglia senza esserne pronti insultano pesantemente gli agenti in quel momento impegnati a svolgere il loro dovere.

Quale? Bloccare una piazza interdetta alla manifestazione per ragioni di ordine pubblico. “Sbirro di merda”, “infame”, “coglione” sono solo alcuni degli epiteti che gli agenti si sono sentiti urlare contro mentre il corteo cercava di spingere per forzare il blocco di polizia. E quindi, a detta dei benpensanti col pugno alzato, quale sarebbe dovuta essere la reazione della polizia? Aprire un varco? Farsi spintonare finché non lo avrebbero aperto i manifestanti? La polizia ha fatto ciò che è nella sua facoltà: ha disperso i manifestati utilizzando i dispositivi in suo possesso.

Ancora una volta si ripete la narrazione della polizia cattiva e repressiva che se la prende con i giovanissimi indifesi che, però, stando alle immagini così indifesi alla fine non sono. Dalle immagini si vede una bandiera di Cambiare rotta, il collettivo comunista che da anni è presente in tutte le manifestazioni che terminano con uno scontro con la polizia. I video che rivelano la verità dietro gli scontri sono stati ignorati dalla sinistra, che non aspettava altro che l’occasione per gridare all’ennesimo caso di repressione. Arrivati a questo punto, dopo anni di scontri e di manifestazioni, è evidente a tutti che esistono delle strategie ben precise per dare addosso alle divise, da sempre accusate di essere fascisti, tanto pià da un anno e mezzo che a Palazzo Chigi c’è un governo di centrodestra.

Basta con la solita strategia dei provocatori finti furbi che mandano al massacro gli studenti in prima linea come agnelli sacrificali utili in questo caso solo per fare notizia“, ha dichiarato Luca Pantanella, segretario generale provinciale torinese di FSP Polizia di Stato. Questa, prosegue, è solo “la solita prassi che questi professionisti del disordine utilizzano anche a Torino per far apparire le forze dell’ordine capro espiatorio di tutto. La Polizia è il baluardo democratico contro l’anarchia“. Davanti a queste scene, davanti ai soliti urlatori, anziché dare addosso agli agenti che fanno il loro dovere, conclude Pantanella, “istituzioni e cittadini dovrebbero invece indignarsi e colpevolizzare i mandanti che hanno strumentalizzato gli studenti contro gli agenti“.

Dello stesso avviso Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato SAP della Polizia di Stato, che ci tiene a ribadire che “forze dell’ordine non hanno colore politico e non devono essere strumentalizzate“. Se vengono considerate in modo diverso, se vengono accusate di essere schierate, è il monito di Paoloni, “Ai mette a rischio la sicurezza del Paese e anche quella di manifestare. Aggredire verbalmente le forze dell’ordine significa legittimare i violenti“. Davanti all’ennesima polemica strumentale sollevata per picconare il governo, Paoloni chiede di mettere un punto: “Se si vuole sostenere che nelle manifestazioni di piazza sia possibile fare tutto ciò che si vuole sull’altare della libertà di espressione allora non serve il servizio d’ordine, noi stiamo bene anche a casa“.

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