Quattro azzurri in corsa per la carica di numero due

Quattro azzurri in corsa per la carica di numero due

Forza Italia si ritrova al Palazzo dei Congressi di Roma per iniziare ufficialmente l’era del dopo Berlusconi.

Il ricordo, la memoria e il richiamo al fondatore e all’identità profonda del partito è ovunque, compresa la nuova tessera in cui compare Silvio Berlusconi che stringe in alto la mano di Antonio Tajani, l’azzurro di Forza Italia e le stelle dell’Unione Europea. Sul retro una scritta con una frase di Berlusconi: «La libertà è la nostra filosofia, la nostra fede, la nostra religione, la nostra bandiera. La libertà è l’essenza dell’uomo, l’essenza della sua intelligenza e del suo cuore, della sua capacità di amare e di crescere».

Tajani è pronto a ricevere l’investitura ufficiale a leader del partito- lo scorso anno fu il Consiglio nazionale a incaricarlo- una indicazione unitaria che sarà sancita oggi dal voto dei delegati.

«Per cercare di fare quello che faceva Maradona, hai una sola possibilità: chiedere aiuto a tutta la squadra e a tutta la curva perché ti sostenga. La squadra siamo noi, la curva sono i nostri elettori e Maradona è Silvio Berlusconi», dice nel suo discorso il vicepremier. Definiti anche i quattro vicesegretari previsti dallo Statuto, l’unica vera sfida sarà per la carica del «sostituto», ovvero chi dei quattro in caso di impedimento del segretario, prenderà il suo posto.

Il numero 2 sarà quello che avrà preso più voti o, a parità, il più anziano. Roberto Occhiuto, Deborah Bergamini, Stefano Benigni e Alberto Cirio sono i quattro dirigenti che hanno scelto di scendere in campo. Il governatore della Calabria è considerato vicino a Tajani e viene considerato il favorito; la seconda ha una lunga storia nel partito azzurro e storicamente ha buoni rapporti con la famiglia Berlusconi; il terzo è il segretario nazionale dei giovani ed è in ottimi rapporti con Marta Fascina; mentre il quarto governatore del Piemonte – è espressione dei territori.

Nelle ultime modifiche allo statuto è stata poi introdotta la figura del presidente del consiglio nazionale, ruolo che potrebbe essere affidato a Renato Schifani. Letizia Moratti «sarà in segreteria politica», annuncia ancora Tajani.

La platea congressuale che con la votazione di oggi sancirà la fine della lunga stagione carismatica di Forza Italia, è una assise che si è formata dopo i 119 congressi nelle 20 regioni italiane, che hanno portato alla designazione di 854 nuovi delegati che si aggiungono ai 459 delegati di diritto. Sullo sfondo ci sono gli obiettivi e le ambizioni. Forza Italia punta a raggiungere il 10% alle Europee e magari rafforzarsi alle Politiche, la collocazione è fuori discussione e resta quella all’interno del Ppe, i Popolari europei. Una appartenenza non a caso richiamata anche nel simbolo con cui il partito di Piazza San Lorenzo in Lucina si presenterà alle elezioni europee.

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