Il video dei piccoli Bibas che indigna Israele. Escalation in Libano, raid aerei a sud di Beirut

Il video dei piccoli Bibas che indigna Israele. Escalation in Libano, raid aerei a sud di Beirut

La mamma, Shiri Bibas, 32 anni, tiene in braccio il suo piccolo Kfir, dieci mesi, circondata da diversi uomini, uno armato di kalashnikov. In due coprono lei e il piccolo con un velo, per poi consegnarli ad altri uomini, a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Oggi sono passati 137 giorni dal loro rapimento, il 7 ottobre dal kibbutz di Nir Oz. L’esercito ha mostrato ieri un filmato che risale a pochi giorni dopo il sequestro, ritrovato nel sud della Striscia. Un video «strappacuore», l’ha definito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. «Disumano», aggiungono i familiari: rapire bambini è un «crimine di guerra». «Prova con chi abbiamo a che fare: crudeli rapitori di bimbi che assicureremo alla giustizia. Non la faranno franca», promette il premier.

I piccoli dai capelli rossi, Kfir e il fratello Ariel, rapiti con la mamma, oggi hanno 13 mesi il primo e 4 anni il secondo. Sempre che siano ancora vivi. I terroristi a novembre hanno annunciato la loro morte, ma l’esercito israeliano non l’ha mai confermata, pur ammettendo ora di essere «molto preoccupato» per gli unici minorenni ancora in ostaggio a Gaza. «Stiamo facendo ogni sforzo per ottenere maggiori informazioni sul loro destino», ha spiegato l’Idf. Ma al momento Israele non siede nemmeno al tavolo delle trattative. «Si unirà ai negoziati del Cairo – mediati da Egitto, Qatar e Usa – quando le condizioni lo consentiranno», ha spiegato Benny Gantz, ieri all’opposizione, oggi nel governo. Ma le condizioni non sono promettenti. Gantz ha ribadito che se gli ostaggi non saranno liberati entro le prossime settimane, Israele amplierà l’offensiva fino a Rafah, al confine con l’Egitto. Un piano osteggiato da 26 su 27 Paesi dell’Ue, che tramite il «ministro degli Esteri» Borrell, oltre che chiedere di evitare l’operazione, insistono per una pausa umanitaria immediata. Ma la guerra prosegue dura a Gaza, dove le vittime sono oltre 29mila. Il Qatar accusa Netanyahu di voler prolungare il conflitto per allungare la sua vita politica, mentre Hamas contraddice Israele e nega di voler sostituire Sinwar, capo della Striscia sparito da settimane.

La situazione rischia di incendiarsi anche dentro Israele dopo la notizia, per motivi di sicurezza, di limitazioni durante il Ramadan per i palestinesi che intendano accedere alla Moschea di Al Aqsa, a Gerusalemme. Hamas ha già chiamato alla mobilitazione. E la tensione resta alta in tutta la regione. Raid israeliani hanno colpito un deposito di armi a Ghaziye, centro del Libano, a sud di Beirut, e poi al confine con Israele, uccidendo «diversi membri del gruppo». Nel Mar Rosso, gli houthi hanno attaccato due navi americane e una inglese nel giorno in cui l’Ue ha dato via libera alla missione navale difensiva Aspides.

Alla Corte internazionale di Giustizia, intanto, sono partite le udienze sulle conseguenze legali dell’occupazione dei territori palestinesi dal 1967, con l’accusa a Israele di «colonialismo e apartheid». Le conclusioni non saranno vincolanti.

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