Meno di un anno fa ha terrorizzato decine di persone nelle vie intorno alla Centrale, ha rapinato e accoltellato sei passanti. Ieri Rhasi Abrahman, 24enne marocchino, è stato condannato in abbreviato a otto anni e due mesi di reclusione. Il gup Alberto Carboni ha disposto per lui anche l’espulsione dall’Italia a pena espiata. Risponde di rapina e lesioni.
Il pm Maura Ripamonti aveva chiesto una condanna a 8 anni. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 15 giorni. «L’ho fatto perché uno spacciatore, per darmi la droga voleva in cambio un telefonino», ha spiegato il giovane assistito dall’avvocato Nicola D’Amore davanti
al giudice, provando per la prima volta a spiegare le aggressioni. Una consulenza chiesta dalla Procura aveva dichiarato che l’imputato è capace di intendere e volere, anche se affetto da un ritardo cognitivo e regolare assuntore di droga. In carcere aveva tentato di impiccarsi ed era stato salvato dagli agenti penitenziari.
Il 24enne, visibilmente alterato, poco prima delle ore 18 aveva commesso una serie di rapine, in particolare nei confronti di donne, tra l’esterno della stazione, via Sammartini e viale Brianza. Aveva ferito con un coltello sei persone, alcune intervenute in aiuto ai primi aggrediti, poi era stato fermato dalla polizia. Aveva addosso tre cellulari. Il ferito più grave dopo la serie di aggressioni era stato un 68enne, colpito alla testa e con un fendente
a una spalla. Aveva perso molto sangue ed era finito in codice rosso al Niguarda. Appena uscito di casa, aveva cercato di salvare una delle donne prese di mira.
Il gup ha riconosciuto le attenuanti generiche come equivalenti alle aggravanti contestate. Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Lidia Castellucci aveva spiegato parlato di «aggressioni brutali e violente, caratterizzate da pugni al volto, da colpi inferti con un coltello e da violente spinte che hanno fatto cadere a terra le donne», che erano il bersaglio delle rapine. Mentre il ragazzo dopo l’arresto aveva dichiarato: «Non mi ricordo nulla in quanto avevo bevuto e avevo assunto cinque pastiglie di Rivotril. Prima di arrivare in Italia non facevo uso di nessun stupefacente, da quando
sono arrivato in Italia faccio uso di hashish, eroina e pasticche sintetiche. Io mi ricordo soltanto fino al momento in cui sono entrato in un bar, ho comprato da bere, ma dopo l’assunzione delle pasticche non ricordo più nulla. Vivo per strada a Milano in zona stazione Centrale, nel sottopasso. Mi rivolgo alle associazioni assistenziali per mangiare e per gli indumenti». Il gip aveva anche scritto che solo grazie all’intervento dei cittadini era stata evitata «la commissione di fatti ancora più gravi».