Agenti segreti con una preparazione militare al di fuori del comune, pronti a comparire dove serve e sparire nel nulla come se non fossero mai esistiti. Sono entrati nell’immaginario comune col nome di “Jason Bourne” dopo il successo della celebre saga cinematografica ma esistono davvero, e sono ben diversi dal classico profilo che abbiamo attribuito agli agenti segreti come il vecchio James Bond. Stiamo parlando infatti di ufficiali destinati a prendere parte alle più delicate operazioni clandestine o paramilitari che conosciamo come Black Ops. Missioni svolte al limite del legittimo nell’ambito di quelle che sono descritte come “azioni segrete per raccogliere informazioni straniere vitali per la sicurezza nazionale”.
La Cia sta reclutando nuovi elementi di questo tipo, ammettendo di fatto come loro, i Jason Bourne, siano sempre esistiti veramente, e come non fossero solo una semplice invenzione dello scrittore Robert Ludlum.
I veri Bourne
“Super-spie disposte a intraprendere operazioni segrete in tutto il mondo” scrivono sul Telegraph, ricordando come il reclutamento sia aperto anche ai cittadini britannici che hanno doppio passaporto – sebbene non sia chiaro perché un inglese dovrebbe preferire la Cia all’MI6 che conduce le sue operazioni nei teatri d’interesse.
Ad ogni modo, il compito di questi “ufficiali paramilitari” destinati alle sezioni dell’agenzia di spionaggio statunitense che operano direttamente “sul campo”, e si avvalgono dunque di unità speciali esperte della conduzione di operazioni di controspionaggio e antiterrorismo, come degli omicidi mirati, dei sequestri di personalità considerate “target high-value” e sabotaggi, è proprio quello di arrivare oltre il limite della Cia stessa in quelle zone grigie dove una missione già rischiosa rischia di diventare addirittura “compromettente”. Per questo vengono chiamate “operazioni nere” le missioni segrete al più alto livello di classificazione top-secret da affidare a pochi profili inquadrati in team ben selezionati.
L’annuncio diffuso dalla Cia sottolinea come i candidati prescelti devono essere pronti a lavorare “sotto copertura” con la consapevolezza di essere sottoposti ad un “considerevole rischio personale”, proprio perché destinati a condurre operazioni paramilitari aeree, terrestri e marittime, azioni segrete e raccolta di informazioni in ambienti ostili e pericolosi. “In qualità di ufficiale delle operazioni paramilitari (Pmoo) per la Cia, ti unirai a un quadro selezionato motivato dal cameratismo e dal servizio disinteressato. I Pmoo guidano e gestiscono programmi di azioni segrete, sotto la direzione del Presidente degli Stati Uniti, e raccolgono informazioni straniere vitali per i responsabili delle politiche di sicurezza nazionale. “In qualità di professionista orientato all’azione e ai risultati, ti assumerai responsabilità impegnative, accetterai rischi personali significativi e manterrai la responsabilità dei risultati”.
Forze speciali. Ma non solo
Per alcuni potrà essere un’offerta allettanti, per altri la punta dell’iceberg di un campo di battaglia sommerso e complesso dal quale ci giungono solo “frammenti” di informazioni per avanzare supposizioni sul reale impiego di questi agenti operativi che vengono principalmente reclutati tra le file di unità delle forze speciali militari statunitensi come il Team Six dei Seal, la Delta Force e i Berretti Verdi dell’Us Army, o altre unità d’élite che compongo l’Usscom e convergono nello Special Activities Center (Sac): la divisione della Cia impegnata in operazioni coperte e “operazioni paramilitari” che condivide con il Comando delle Operazioni Speciali degli Stati Uniti l’emblema con la punta di lancia. A questo raggruppamento speciale della Cia viene attribuito il modo di “Tertia Optio“, o “terza scelta”, rappresentando il connubio tra Cia e Forze speciali quella “terza opzione” necessaria alla sicurezza nazionale, “quando le strade della diplomazia e dell’azione militare non sono praticabili“.
Le “abilità di combattimento avanzate” in questa ricerca sono essenziali, ma ai candidati è richiesto anche titolo universitario, di aver prestato servizio attivo nelle forze armate e di aver già un buon livello di dimestichezza con le operazioni subacquee. Vengono menzionati anche alcuni teatri operativi come l’Iraq, la Siria e l’Afghanistan. Tutti Paesi dove la Cia ha condotto operazioni particolari a partire da quelle dei famosi “spacca mascelle” che s’infiltrarono dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 alle Torri gemelle. L’offerta di lavoro prevede anche uno stipendio iniziale di circa 100mila dollari e un ulteriore incentivo per chi conosce bene una lingua straniera utile come l’arabo.
Una ricerca in linea con la nuova Cia
Negli ultimi anni l’agenzia di spionaggio degli Stati Uniti sembra essersi impegnata in un cambio di vedute, approntando una serie di modifiche per aumentare le sue capacità di reazione ed efficacia in vista di quella che sembrava già essere stata analizzata e prevista come una delicata fase di transizione per i nuovi assetti mondiali.
Come rivelato in un recente saggio pubblicato dall’attuale direttore della Cia William Burns (qui analizzato in parte), gli americani hanno “semplificato il processo di reclutamento per nuovi ufficiali. Oggi ci vuole un quarto del tempo che occorreva due anni fa per passare dalla domanda all’offerta finale e al nullaosta di sicurezza“. Un semplificazione, quella del nulla osta di sicurezza, che sembra uno dei nuovi obiettivi condivisi dal Pentagono.
“Per necessità, gli ufficiali della Cia operano nell’ombra, di solito lontano dalla vista e lontano dalla mente; i rischi che corrono e i sacrifici che fanno raramente sono ben compresi“, spiegava il direttore della Cia dopo aver sottolineato come le “semplici stelle” che compaiono incise sul muro commemorativo del quartier generale della Cia a Langley, in Virginia, “onorino i 140 ufficiali che hanno dato la vita al servizio del loro Paese. Il memoriale offre un ricordo duraturo di innumerevoli atti di coraggio”. Tra quelle stelle, senza nome e senza data, possiamo esser pur certi si celi il ricordo di molti Jason Bourne, quelle super-spie della Cia destinate alle “operazioni nere” del passato.