Sinagoga e Rai blindate a Torino: bruciate la foto di Meloni e Netanyahu

Sinagoga e Rai blindate a Torino: i manifestanti pro-Palestina bruciano la foto di Meloni e Netanyahu

Ennesima manifestazione pro-Palestina a Torino, che ha visto in piazza centri sociali e collettivi di sinistra. Si sono presentati in 500 questo pomeriggio, azionando i dispositivi di allerta massima in città. In particolare, è stata posta la massima attenzione alla zona del quartiere ebraico e alla sinagoga cittadina. La manifestazione di oggi è arrivata dopo quella, violenta, di giovedì scorso, quando qualche decina di persone si è ammassata sotto la sede Rai per manifestare contro il comunicato diramato dall’amministratore delegato Roberto Sergio, letto in diretta da Mara Venier durante la puntata speciale di Domenica In post-Sanremo.

Nel corteo di oggi, infatti, in aggiunta ai soliti cori contro il governo italiano e contro Israele, si sono aggiunti quelli contro la Rai, con accuse di censura e di sionismo. Tra le bandiere che si sono potute scorgere, immancabili quelle di Cambiare rotta e Potere al popolo, il primo gruppo giovanile del secondo, noto per essere un movimento comunista, e poi quelle dell’Unione dei sindacati di base Usb. In mezzo, ma senza insegne, i soliti volti noti dei movimenti rossi di Torino, tra centri sociali e anarchici, spesso registi degli scontri con le forze dell’ordine. Proprio a causa dell’elevata pericolosità, il questore ha imposto che il ritrovo della manifestazione fosse in un punto diverso rispetto a quello inizialmente stabilito, in modo tale da mettere quanta più distanza possibile tra i manifestanti e la sinagoga di Torino.

Su disposizione della prefettura, la sinagoga questo pomeriggio è stata blindata, così come sono stati posti sotto la massima attenzione gli obiettivi considerati sensibili della città, onde evitare fossero facile preda di eventuali attacchi violenti. Fortunatamente, la manifestazione di oggi si è svolta senza che manifestanti e forze dell’ordine venissero a contatto ma Torino è stata per diverse ore una città blindata. Anche la Rai, dopo le manifestazioni di giovedì, è stata considerata un obiettivo sensibile e, infatti, quando il corteo è passato a breve distanza dalla sede locale della tv di Stato, non sono mancati gli slogan contro l’ad Sergio, posto sotto scorta a causa delle recenti minacce. “Il direttore Rai ha chiesto scusa per le parole dette da Ghali a Sanremo è sintomo di un Paese che non accetta il dissenso“, ha scandito un manifestante al microfono. Quando la manifestazione è giunta in Piazza Castello, alcuni dei presenti hanno bruciato la foto di Giorgia Meloni e il suo omologo Benjamin Netanyahu. Al premier italiano la solidarietà di Ignazio La Russa, del governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.

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