“Ho visto il video del mio stupro, mi sono sentita male”. Le testimonianze-choc delle vittime del netturbino

"Ho visto il video del mio stupro, mi sono sentita male". Le testimonianze-choc delle vittime del netturbino

Avrebbe contattato le sue vittime sui social network, facendo presa sulle loro debolezze. Le avrebbe quindi convinte ad uscire e a cenare insieme, con i loro ricordi che si interrompono all’improvviso a partire da quando lui offriva loro da bere. Ed approfittando del loro stato di incoscienza, le avrebbe stuprate, fotografate e filmate. Questo è quanto due delle donne che hanno accusato di violenza sessuale Ubaldo Manuali hanno dichiarato nelle scorse ore in tribunale, a Viterbo. Il cinquantanovenne romano, netturbino di Riano, è a processo per violenza sessuale plurima. Secondo l’accusa, Manuali avrebbe avuto un modus operandi consolidato: avrebbe adescato le donne sui social, violentandole dopo averle narcotizzate aggiungendo sedativi alle bevande che offriva. La prima presunta vittima a parlare davanti ai giudici è stata la quarantanovenne di Roma che a seguito della sua testimonianza diede il via alle indagini da parte delle forze dell’ordine, sfociate nell’arresto di Manuali lo scorso anno.

“Da quel giorno soffro di attacchi di panico e vengo seguita da uno psicologo e da un centro antiviolenza. Quella sera lui è venuto a cena a casa mia. Mi ha detto di brindare, così ho dato un paio di sorsate. Ma dalla seconda non ricordo più nulla – ha raccontato la donna, secondo quanto riporta il sito web ViterboToday mi sono svegliata verso le 4- 4,30 e stavo male. Non riuscivo a stare in piedi. Un’oretta dopo ho avvertito un peso addosso e una mano sulla faccia. Era lui. Aveva la cintura sbottonata e il letto era sfatto. Gli ho detto: “Brutto schifoso, che ci fai sdraiato qui?”. Mi ha risposto che mi ero sentita male e che non se l’era sentita di lasciarmi sola. Io ero vestita con jeans e maglietta, mi sono ritrovata in pigiama e senza il reggiseno”. Nelle ore immediatamente successive, la donna si recò però al pronto soccorso e dalle analisi ematiche emersero tracce di benzodiazepine nel sangue. Furono quindi i medici ad allertare la polizia e gli inquirenti avrebbero poi trovato sul cellulare del netturbino una serie di foto della vittima realizzate a sua insaputa.E furono proprio gli approfondimenti degli investigatori partendo da quel caso a far emergere anche un secondo episodio riguardante una quarantottenne di Alatri.

Anche quest’ultima è comparsa in tribunale qualche ora fa, ripercorrendo quei drammatici momenti. E anche lei sarebbe stata abusata da Manuali, dopo esser stata invitata a cena e stordita. “Mi ha fatto perdere la mia dignità di donna – avrebbe detto, in lacrime – vorrei sapere quante volte ha abusato di me quella sera. Se non fosse stato per la polizia, non avrei mai saputo di aver subito violenza sessuale”. Il cinquantanovenne accusato di violenza avrebbe inoltre ripreso l’atto con lo smartphone, all’insaputa della donna. E la quarantanovenne, nel rivedere il video in questione, non ha nascosto la rabbia e il dolore che ha provato. “Avevo la parte inferiore completamente nuda. Nel filmato, che sono riuscita a vedere solo dopo cinque ore perché mi sono sentita male e piangevo a dirotto – ha spiegato – si sentono i miei lamenti, che non riesco più a togliermi dalla testa e che mi porterò fino alla morte, e si susseguono i movimenti di Manuali. Quel filmino l’ha anche mandato in giro. E mi fa rabbia”. Le due donne si sono costituite parte civile, insieme ad una terza vittima che sarà ascoltata il prossimo 12 marzo.

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