Guerra tra mozioni, telefonata Meloni-Schlein su Gaza

Guerra tra mozioni, telefonata Meloni-Schlein su Gaza

Lungo colloquio telefonico tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. La segretaria del Partito Democratico avevo richiesto, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva annunciato l’intenzione di rivolgersi al presidente del Consiglio per affrontare la crisi a Gaza; e oggi le due leader di partito si sono sentite al telefono. Tra gli argomenti affrontati nel corso della telefonata ci sono le mozioni sulla guerra in Medio Oriente che devono essere votate oggi alla Camera dei Deputati. Nell’Aula di Montecitorio è in corso infatti la discussione delle mozioni. In rappresentanza del governo c’è quella firmata dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli; per la maggioranza parlamentare, quella unitaria con Andrea Orsini (Forza Italia). Opposizioni invece in ordine sparso, con una mozione ciascuno che è stata presentata dal Pd (prima firmataria Schlein), dal Movimento Cinque Stelle (primo firmatario Silvestri), da Azione con Ettore Rosato, da Italia Viva con Davide Faraone, da Alleanza Verdi Sinistra con Nicola Fratoianni.

Schlein aveva affermato sul quotidiano di via Solferino: “La situazione è più che drammatica: bisogna fermare Netanyahu e l’attacco a Rafah per evitare un’ulteriore ecatombe oltre alla strage di civili che è già in corso da troppe settimane a Gaza. Serve un cessate il fuoco immediato, lo chiediamo da mesi – ha detto il capo politico dei dem -. Chiamerò Giorgia Meloni perché è necessario che il governo si attivi. Non abbiamo visto fin qui un’iniziativa diplomatica e politica all’altezza della tradizione italiana e occorre che l’Italia invece faccia la sua parte per porre fine a questo massacro di civili e per riprendere un dialogo sulla soluzione politica dei due popoli due Stati“. Per poi aggiungere: “Se il governo mette in campo un’iniziativa per la pace in Medio Oriente noi ci siamo“. Questa mattina a Radio1, poi, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva parlato di “reazione a questo punto sproporzionata” da parte di Israele. “Ci sono troppe vittime che non hanno nulla a che fare con Hamas“, ha detto il vicepresidente del Consiglio.

Ieri sera comunque, in un’intervista al Tg5, Meloni era stata piuttosto chiara: “Non mi faccio dettare l’agenda“, ribadendo la “posizione seria” dell’Italia è quella dicercare una “soluzione duratura” che tenga insieme “il diritto di Israele a esistere” e “il rispetto per la popolazione civile” palestinese. La speranza di Schlein era quella di ottenere un via libera del governo alla propria mozione, per potere rivendicare di avere dato la linea: quella di chiedere il riconoscimento della Palestina da parte dell’Unione Eurooea. Del resto si è trattato di una sapiente mediazione interna tra i pro-Palestina e i filo-Israele, elaborata dal’ex ministro per gli Affari europei Enzo Amendola per tenere uniti i parlamentari ed evitare scivoloni come quelli, ripetuti, sull’Ucraina. Tant’è che la mozione è stata presentata solo alla Camera e non anche al Senato, dove le divisioni minacciavano di essere più sostanziose.

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