Gli Stati Uniti stanno lavorando per negoziare un cessate il fuoco di “almeno sei settimane” nella Striscia di Gaza come parte di un accordo più ampio che implicherebbe anche il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti da Hamas. È questa la rivelazione fatta da Joe Biden parlando dopo il suo incontro alla Casa Bianca con il re Abdallah II di Giordania. Il presidente statunitense ha inoltre dichiarato che l’operazione militare delle Forze di difesa israeliane (Idf) a Rafah non dovrebbe procedere senza che prima ci sia un piano credibile che consentirebbe la protezione dei civili palestinesi. In ogni caso, ha aggiunto lo stesso Biden, gli Usa condividono con Tel Aviv l’obiettivo della sconfitta di Hamas.
L’annuncio di Biden
Biden ha insomma lanciato un chiaro messaggio a Benjamin Netayahu, lasciando intendere al leader israeliano che la missione delle Idf nella Striscia di Gaza non dovrebbe superare linee rosse che potrebbero provocare un aumento sconsiderato della tensione in una regione di per sé in fiamme. Il presidente Usa ha detto che i civili che si rifugiano nella città meridionale di Rafah, al confine con l’Egitto, “hanno bisogno di essere protetti” poiché Israele considera di effettuare presto un’incursione di terra nell’area densamente affollata dove sono intrappolati più di un milione di palestinesi.
Ricordiamo che Biden ha accolto a Washington il re di Giordania Abdullah II per i colloqui previsti per coprire gli sforzi per liberare gli ostaggi detenuti a Gaza, nonché per affrontare la crescente preoccupazione Usa in vista di una possibile operazione militare israeliana nella citata Rafah. Per la cronaca, si è trattato del primo incontro tra i due alleati da quando tre soldati americani sono stati uccisi il mese scorso in un attacco di droni contro una base americana in Giordania.
Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, John Kirby, aveva del resto affermato che Biden e il suo ospite avrebbero discusso in merito agli sforzi da attuare per contribuire a porre fine al conflitto, all’assistenza umanitaria a Gaza e a far sì di attuare “una visione per una pace duratura che includa la fattibilità di una soluzione a due Stati con la sicurezza di Israele garantita“.
Tregua e liberazione degli ostaggi
“Gli Stati Uniti stanno lavorando a un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas, che porterebbe (un) immediato e prolungato periodo di calma a Gaza per almeno sei settimane“, ha dichiarato Biden. “Non possiamo restare a guardare e lasciare che tutto questo continui. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco duraturo adesso. Questa guerra deve finire“, ha aggiunto Abdullah II. La Casa Bianca, ha scritto il Washington Post, si trova intanto ad affrontare crescenti critiche da parte degli arabi americani per il suo continuo sostegno dell’amministrazione a Israele di fronte alle crescenti vittime a Gaza da quando Hamas ha lanciato il suo attacco contro lo Stato ebraico lo scorso 7 ottobre.
Un alto funzionario dell’amministrazione Biden aveva rivelato domenica che, dopo settimane di diplomazia e conversazioni telefoniche, era stato sostanzialmente predisposto un quadro per un accordo che avrebbe comportato il rilascio dei rimanenti ostaggi detenuti da Hamas a Gaza in cambio della fine dei combattimenti. Lo stesso funzionario, che ha parlato a condizione di anonimato, ha riconosciuto che permangono delle lacune, ma ha rifiutato di specificare quali siano. La fonte ha quindi affermato che la pressione militare israeliana su Hamas a Khan Younis nelle ultime settimane avrebbe contribuito ad avvicinare il gruppo filo palestinese all’accettazione di un accordo.
Il potenziale per un’intesa ha occupato gran parte delle conversazioni andate in scena domenica scorsa tra Biden e Netanyahu. In ogni caso Kirby ha detto che gli Stati Uniti sono ancora contrari ad un cessate il fuoco generale a Gaza, come avevano chiesto Abdullah e altri leader regionali. Negli ultimi giorni, oltre alla Giordania, anche Qatar ed Egitto sono scesi in campo per tentare una mediazione.