Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove ha depositato una settimana fa, presso la questura di Biella, una querela per diffamazione contro Matteo Renzi, segretario di Italia viva nell’ambito del caso Pozzolo. “Vediamo chi è il quaquaraqua“, ha dichiarato il sottosegretario con un riferimento, nemmeno troppo implicito, all’editoriale pubblicato oggi sul riformista dal titolo “Il ballo del Quaquaraquà”. Nell’editoriale vergato dal direttore, lo stesso annuncia la sua presenza a Biella “per chiedere chiarezza sullo sparo dei quaquaraquà di Capodanno. Pare che ci attendano i giovani sostenitori di Delmastro. Speriamo che, a differenza dei loro parlamentari, almeno loro non vengano armati. Perché tutti i quaquaraquà sono pericolosi. Quelli con la pistola però, lo sono ancora di più“.
Parole che non sono andate giù al sottosegretario, che ha deciso di adire le vie legali per difendere la propria onorabilità. Quando è partito lo sparo dalla pistola di Pozzolo, infatti, Delmastro non si trovava nella stessa stanza e nemmeno nello stesso edificio, perché si era spostato per compiere un’incombenza. Non c’era nemmeno il suo caposcorta in quel momento, ma lui è stato il primo ad arrivare per mettere in sicurezza l’arma. Questo è quanto sempre dichiarato fin dalle prime battute. “Abbiamo posto domande precise: risponda anziché fuggire o cercare di intimidire-inutilmente- chi fa il proprio mestiere costituzionale di opposizione parlamentare. La democrazia è fatta così“, ha attaccato Enrico Borghi, senatore di Italia viva, una volta venuto a conoscenza della querela di Delmastro.
Ora, Renzi sembra intenzionato a chiedere a Delmastro di sottoporsi volontariamente al test del Dna. “L’esame effettuato sulla pistola dice che l’anno toccata almeno tre persone. Io faccio una proposta precisa, che metteremo per iscritto ma annunciamo oggi: il sottosegretario Andrea Delmastro e sua sorella Francesca, sindaca di Rosazza, i due pubblici ufficiali che erano presenti, si sottopongano all’esame comparativo del Dna per capire se hanno toccato la pistola che ha sparato“, ha dichiarato il senatore di Italia viva da Biella, sottolineando che la sua è una richiesta non politica. “Se sono tranquilli e dicono la verità su quella pistola non c’è il loro Dna. Il mio è un gesto di pace“, ha concluso il senatore. Stando a indiscrezioni riportate da LaPresse, quando Renzi ha saputo della querela avrebbe reagito come se gli fosse stata lanciata una sfida: “Se pensano di bloccare uno come me con un dromedario (l’animale è stato portato a Biella da alcuni militanti di FdI con la scritta “Lo-Renzi d’Arabia” in occasione della presenza in città del leader di Iv per la presentazione del suo libro) e una querela…“.