– Prima di iniziare, scopro che John Travolta non ha firmato la liberatoria per le immagini dello show di ieri sera. Grazie a Dio. Certo, resterà purtroppo impresso nelle nostre menti quel momento in cui si mette a ballare il Ballo del Qua Qua con la disinvoltura di un orso bruno nel camerino di Amadeus, e domani chiamerò una maga di quelle che si trovano nei canali oltre il 200 per chiederle di ipnotizzarmi e farmi dimenticare tutto. Però almeno possiamo consolarci nella consapevolezza che non ne resterà memoria ai posteri. Sia ringraziato il cielo.
– Amadeus ha spiegato che Travolta era al corrente di quello che gli avrebbero fatto fare. Per la precisione gli autori sarebbero andati nel suo camerino, l’altro ieri, spiegandogli per filo e per segno cosa avrebbero messo in scena. Mi pare evidente, da quanto successo, che a fargli il briefing abbiano mandato Geolier e il traduttore non c’ha capito un corno.
– Pronti via, partenza col botto. Amadeus è incazzato nero. Non solo in conferenza stampa si è irritato coi giornalisti colpevoli di essersi buttati a capofitto sul caso John Travolta. Ma stasera apre il Festival con una strigliata a chi racconta Sanremo. In sintesi: “Voi parlate di John, ma avreste dovuto pensare al femminismo e alla testimonianza di Allevi”. Mi sa che Ama è proprio sicuro di non voler fare il sesto giro, altrimenti non avrebbe iniziato con un battibecco così con la Sala Stampa. Si è rotto le balle delle polemiche, soprattutto di quelle inutili di cui però il Festival è la cattedrale. Domani prevedo scintille.
– Loredana Bertè si candida per la prossima stagione de Il Collegio. L’abito è appropriato. Poi annuncia il suo ultimo Sanremo. Dobbiamo crederci?
– Il Tre come nome è un po’ ambizioso, no? E non porta tanto bene: l’ultimo uno e trino è stato crocifisso.
– Il Tre non lo avevamo recensito la scorsa sera perché si era esibito a un orario buono per chi soffre di insonnia o va spesso in bagno per la prostata. Devo ammettere che non è malaccio, ma la voce non ha quel sussulto nel timbro che te la farebbe riconoscere tra mille. Però la regia mi prega di dargli almeno la sufficienza. Quindi eseguo. Voto: 6.
– Vorrei tanto chiedere alla mamma del Tre cosa ha provato quando il bimbo suo è tornato a casa con quel tatuaggio-murales su tutto il busto.
– Alfa mi ricorda il bambino della Kinder. Ricordate? Buonissimissimo. E poi veste con una magliettina semplice semplice, quindi provo quasi attrazione per la sua normalità (si può dire o mi querelano?).
– Maninni porta al collo il diadema della famiglia Savoia. Occhio Geolier che qui ripartono i Mille.
– Visto che quest’anno le serate mi sembravano brevi, ho pensato di mettermi a vedere Sanremo in differita iniziando alle 23.00. Quando sarà finito sarò probabilmente un uomo morto. Vi ho voluto bene.
– Cioè Alfa ha presentato Maninni senza leggere. Senza leggere. Senza leggere. Deve avere un quoziente intellettivo clamorosamente alto visto che gli altri “oddio, chissà se ce la farò”. Ti lovvo.
– Fred de Palma sale sul palco con una giacca abbinata ad una camicia bianca. Bello. Bravo. Bis. Ma perché le bretelle ad altalena. Eh: perché?? Canzone scialbetta. Non credo lascerà il segno. Voto: 5.
– bnkr44: uno è vestito da Sceriffo Woody di Toy Story, gli altri credo pensino di essere in Texas. Un altro però è in gonna e credo faccia la parte di Jessie. Ditemi che ora fanno entrare la mucca Ercolina che oggi ha pascolato sul green carpet dell’Ariston. Se succede vi giuro che spendo 70mila euro di televoto per farli vincere.
– Quando i bnkr44 hanno contato l’elenco degli autori che veniva declamato dal presentatore, mi è tornato in mente Berlusconi in quella famosa conferenza stampa con Salvini capo coalizione. Lacrimuccia. Silvio cambia canale almeno tu che qui serve qualcuno che tenga su lo share di Mediaset.
– Comunque i bnkr44: tanti saltelli, poca sostanza. E pure una secchiata di stonature. Voto: 5
– Appello ai produttori. Se dei ragazzi sanno scrivere la musica e le parole, o hanno delle belle idee, questo non li trasforma automaticamente in “cantanti”. A questo mondo esistono gli autori, i musicisti, i cantanti e i cantautori. Mogol, per dire, ha scritto dei capolavori, ma li faceva cantare a Lucio Battisti. Non sarebbe il caso di ricominciare a mettere dei paletti e portare sul palco solo chi non ci fracassa le orecchie?
– Va Pensiero magistrale. Il coro dell’Arena di Verona fa a gara con “Romagna mia”, sono indeciso su chi votare. Sono l’alfa e l’omega di questo festival. Il resto in mezzo un po’ a casaccio.
– Proposta per Amadeus: facciamo una gara tra il coro odierno e tutti i cantanti in gara a Sanremo. E vediamo chi vince. Un’idea ce l’ho.
– I miei complimenti a Clara: semplice, pulita, bella, in godevole abito lungo. E poi ha paura come me di mettere le lenti a contatto. Ti capisco. Voto: 10.
– Santi Francesi: Gli orecchini. Vedo solo gli orecchini. Voto: 0.
– Teresa Mannino vestita come Scuttle della Sirenetta. La scenetta della scala non è riuscita. Tutto il resto si. Teresa fa ridere: è tecnicamente un pagliaccio, nel senso più alto del termine. Lo fa di mestiere. Quando ha mandato la pubblicità, Amadeus sarà morto dentro.
– Il Volo fatica a leggere da un cartoncino. Andare a lezione da Alfa dietro le quinte, prego. Oppure richiamate la maestra delle elementari.
– La canzone di Mr Rain è la copia venuta male di quella dell’anno scorso. Però insiste in questo gesto rivoluzionario che è vestirsi decentemente. E poi vedrete che piacerà. Mi gioco il cappello (comprato a 5 euro ad un mercatino) che sarà in classifica oggi.
– Sabrina Ferilli è sempre Ferilli, però vabbè. Solo uno spot. Non indimenticabile.
– Eros Ramazzotti senza infamia né lode. Ma per dire “basta pace, basta guerre” ha chiesto anche di mettere “l’altro testo” sul gobbo?
– Rose Villain è una bellissima ragazza e il vestito le rende anche onore. Ma proprio non riesco a trovare una logica filosofica a quei capelli. Come non comprendo il motivo per cui alle 22.12, al chiuso, Gazzelle deve tenere gli occhiali da sole (marchetta?). La parte disco della canzone è fuori luogo come l’ex marito al tuo cinquantesimo compleanno. Voto: 5,5.
– Dopo la rivedibile performance di Mare Fuori sul femminismo, la canzone di Jannacci e Massini sulle morti bianche. A parte il passaggio “siamo musica nel vento” che copia – male – Guccini, direi che presto ci dimenticheremo di questa composizione. “La fabbrica è una miniera? No, piuttosto è una galera”. Capisco l’orrore di chi muore sul lavoro, ma no: le fabbriche non sono né miniera né galera. Sono un luogo di lavoro. E senza fabbriche, niente lavoro, cioè miseria. Anche se a volte accadono tragedie.
– Beh però l’abito di Dargen D’Amico da 10 e lode eh. Ne vorrei uno da usare come tovaglia.
– Alessandra Amoroso sta tra i primi perché conosce il mestiere suo. Però dopo la performance di oggi possiamo affermare che non ha la forza per arrivare in fondo alla sfida. Credo. L’interpretazione la senti bene, l’apprezzi, ma non ti permea. Non tocca l’anima. Ti scivola un po’ addosso. Sta un paio di gradini dietro Annalisa e Angelina. Voto: 6,5.
– Ripeto: ma perché inquadrano sempre la moglie di Amadeus?
– Ma quanto è carica Angela Brambati dei Ricchi e Poveri. Le darei un voto in più perché a una certa età mica è da tutti. Per il resto classica “canzonetta” da riascoltare quando ti serve un briciolo di leggerezza. Voto: 5.
– Russel Crowe che spernacchia Amadeus, John Travolta e Fiorello per il Ballo del Qua Qua (“What the f…”) è meraviglioso. In effetti non avremmo potuto esprimerlo meglio. Bravo anche Fiorello ad auto-flagellarsi: ha fatto schifo, inutile girarci intorno, ed è meglio riderci sopra.
– Russell Crowe ha fatto il miglior spot agli italiani nel mondo dai tempi di Cristoforo Colombo. Secondo me Meloni può candidarlo alle Europee.
– So per certo che Papa Francesco è indiavolato perché Irama gli ha rubato la croce pettorale. Non fate incavolare Bergoglio che poi diventa tristo.
– Angelina Mango vestita come una sinti, può piacere o anche no, ma funziona tutto: come sta sul palco, come interpreta, come coinvolge ed è – udite udite – pure intonata. Sento profumo di podio.
– Diodato è l’amico del primo banco che tutti abbiamo avuto a scuola. Peccato per il brano: zoppica e non rende onore alla piacevole voce. Voto: 6.
– Lo show di Mannino carino, ma neanche troppo. Ama ci aveva promesso che non ci sarebbero stati monologhi e ci ha fregato: ha invitato una comica e, invece di farci ridere, questa ci propina un semi-sermone sull'”uomo ricco, bianco e occidentale misura di tutte le cose” che pensa che il resto del mondo “sia a sua disposizione”. La cosa conferma: quando Mannino in conferenza stampa parlava dell’Italia come colonia americana non ci stava burlando. Era seria. Aiuto.
– Certo che 14 milioni di persone ti guardano e tu stecchi così il momento più importante della tua carriera. Mannaggia.
– Mahmood: mi sa che ha rubato la tuta da lavoro agli artigiani della qualità.
– Ghali invece deve aver ereditato l’armadio della Regina Elisabetta d’Inghilterra. Sul “taaaaaanto beeene” ho sentito una stecca che credo abbia rotto due vetri dell’Ariston. A “non mi serve un’astronaaaaaave” invece è morto un maestro di musica a Cassano d’Adda. Di infarto. Voto: 3.
– Emma. Quasi si scapicolla dalle scale. Un po’ confetto ma tutto sommato la sobrietà di alcuni vestiti di stasera mi sta facendo ricredere sulla sanità mentale degli stilisti.
– Negramaro. Giuliano è Giuliano e, voglio dire, dopo le starnazzate di Ghali ha l’effetto del miele. Però è come se lo avessimo già sentito. Ed è tutto troppo incentrato sulla sua voce poco sostenuto dalla musica. Peccato. Voto: 6.
– Chiedono più volte, e inutilmente, la pace all’Ariston che a Miss Italia.
– Non ho capito perché hanno lasciato fare il monologo sulla cultura e la democrazia a Edoardo Leo. Ama: non avevi detto senza monologhi? Eh?
– La Rai pubblicizza il film su Mameli (sai che barba) e subito dopo Netflix ci propone la vita di Rocco Siffredi. Non c’è partita.
– Annalisa ha rubato il vestito di ieri a Rose Villain, solo che lo porta con molta più eleganza e senza apparire una bomboniera. Vabbè ma sono di parte.
– Fiorella Mannoia. Allora: prendere Ghali, Fred de Palma, Sangiovanni, il cane, il gatto e la mosca mora e metteteli a ripassare con Fiorella. Poi la canzone può non piacervi. Però la voce la riconosceresti anche in mezzo a una fiera di martelli pneumatici. E questo dovrebbe fare la differenza. Ma credo che il televoto non pagherà.
– Sangiovanni fa fatica a camminare. Pare un pinguino. E quando si piega per regalare i fiori al direttore di orchestra sono quasi sicuro di aver visto un quarto di natica in mondovisione. Ricordo gli elogi che riceveva ad Amici di Maria De Filippi e, sinceramente, non capisco perché. Più che “Finiscimi” l’avrei infilata “ti prego, finiscila”. Voto: 5.
– Il limone duro dei due anziani nella pubblicità della Liguria secondo me è vietato ai minori. Sarà per questo che la mandano all’una di notte.
– Geolier. In che lingua gli hanno scritto il cartoncino?
– La Sad. Ho perso gli aggettivi per descriverli. Vedo un kilt giallo con quella cresta che diventerà il mio peggior incubo. Più mutande in vista che magliette, in generale la sagra dell’orrore. Il punto è che possiamo commentare solo il modo in cui si agghindano perché la canzone è fatta per passare in radio, non per essere cantata dal vivo. Quello alto con la cresta fluo a forza di gracchiare al microfono è rimasto senza voce e infatti ha distrutto 30 anni di musica in pochi secondi.
– Per fortuna arriva Morandi. Anche se lo sento un po’ affaticato nella voce.
– Povero Ghali, negli highlights ci hanno infilato proprio la sua steccata.
– Anno scorso avete bistrattato il povero Mr Rain e io mi sono schierato al suo fianco. Non è un genio, ma neppure peggio di altri. Quindi godo che sia tra i primi cinque.
– Ghali secondo, mi arrendo al potere incomprensibile del televoto e delle radio.
– Ieri mi hanno intervistato in radio e il conduttore ha dato il suo responso: “Guarda che vince Angelina”. È arrivata prima in questa serata e forse ha ragione lui. Ma io dico che se la giocano lei e Annalisa. Tutto in rosa. Almeno sono piacevoli e vedere e con la voce ci sanno fare.