La politica non è l’unica passione di Elly Schlein, questo lo sappiamo. Ma quello che forse alcuni non sanno è che la segretaria del Partito Democratico è patita del Festival di Sanremo. Esattamente come migliaia di italiani, la dem si è dedicata al “TotoSanremo” tra pagelle canore ed estetiche, tra serio e faceto. Un appuntamento che va avanti da quindici anni, quello delle “cronache sanremesi”, che la politica non ha voluto sacrificare sull’altare del Nazareno. E non mancano gli spunti divertenti.
Inaugurato nel 2009, con l’attuale segretaria piddina ventitreenne, l’appuntamento con la kermesse canora è rivolto ai 30 mila follower/amici del profilo personale di Facebook. Una tradizione a cui non rinuncia “per coerenza” come lei stessa ha ammesso, ma anche per divertimento e amore per la musica. Certo, ora le responsabilità sono molte più di prima e non è mancato un monito agli utenti:“Siate più istituzionali del solito, che ci guardano”.
“Non avrete mica pensato che con questo nuovo ruolo avrei abbandonato le tradizioni?!? Come ogni anno, dal lontano 2009, questo spazio è a vostra disposizione per le consuete cronache sanremesi!”, si legge nel post della Schlein che ha dato il via libera ai commenti. Come evidenziato dal Corriere della Sera, tra compagni di partito, fan e amici storici non mancano i commenti ironici. Da segnalare il “premio Chanteclaire” assegnato all’abito piumato dei Ricchi e Poveri per il loro abito piumato ma soprattutto l’amore viscerale della segretaria dem per la serie tv “Mare Fuori”: “Comunque io mi sono cantata tutta la sigla di ‘Mare fuori’”.
Commenti, pagelle e scambi di battute, tanto divertimento e grande ironia per la Schlein, che ama il rock statunitense, a partire da band come The National e Mumford and Sons. A proposito di Sanremo, qualche tempo fa riemersero alcuni commenti risalenti al 2014 della segretaria dem sul Festival e in particolare sulla scarsa simpatia nei confronti della coppia composta da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto: “Solo noi prendiamo le due voci più sgradevoli dello spettacolo italiano per condurre il programma più lungo dello spettacolo italiano”. Oggi probabilmente non la pensa più così, ma magari ci sbagliamo.