Si è spenta a Roma, Maria Fida Moro, primogenita del leader della Democrazia cristiana Aldo Moro. Aveva 77 anni e da tempo era malata. Il figlio, Luca Moro, rende noto che i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.
Nata a Roma nel 1946, come tutta la sua famiglia fu travolta dalla notizia choc del rapimento e poi dell’assassinio di suo padre, avvenuti per mano delle Brigate Rosse. Oltre a conservare la memoria del genitore, e a battersi affinché le inchieste facessero piena luce sugli angoli più bui della vicenda (alcuni dei quali rimasti tali sino ad oggi), Maria Fida Moto si impegnò attivamente in politica. Dapprima con la Democrazia Cristiana, nelle cui file fu eletta al Senato, nel 1987. Tre anni dopo uscì dal gruppo dello Scudo crociato aderendo da indipendente a quello di Rifondazione comunista, su posizioni molto distanti.
Successivamente si avvicinò al Movimento Sociale Italiano, da cui nel 1993 fu candidata a sindaco di Fermo (fermandosi a poco più del 5% dei consensi), prendendo parte ai lavori per la nascita di Alleanza Nazionale, promossa da Gianfranco Fini. Nel 1999 un’altra “conversione politica”: per le elezioni Europee fu candidata nelle liste di Rinnovamento Italiano-Lista Dini, senza però essere eletta (raccolse meno di mille voti nei due collegi in cui si presentava). Nel 2007 si avvicinò al Partito Radicale e, l’anno successivo, diede vita ad un’associazione della galassia pannelliana, denominata “Sete di verità – che attraversa le nostre vite”, battendosi in primo luogo per fare luce sulle “verità negate” sul caso legato a suo padre. Su questo tema, estremamente delicato visto il legame di sangue, polemizzò innumerevoli volte con Francesco Cossiga (all’epoca del caso Moro ministro dell’Interno), accusandolo senza mezzi termini di essere responsabile, insieme ad altri, della morte del padre. Nel 2016 Maria Fida si era candidata al Comune di Roma come capolista di “Più Roma – Democratici e Popolari” a sostegno di Roberto Giachetti (Pd).
Nel luglio 2010, alla morte di sua madre, Eleonora, fu l’unica tra i figli a non partecipare al funerale, per alcuni gravi dissidi con i fratelli.
Il figlio di Maria Fida, Luca Moro, è il nipote (all’epoca di appena due anni) che diverse volte lo statista Dc citò nelle sue commoventi lettere dalla prigionia.
Il cordoglio della politica
“È con profondo dispiacere che apprendo la notizia della scomparsa di Maria Fida Moro, donna tenace e animata da impegno civile”, scrive su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Primogenita dell’ex presidente del Consiglio Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978, si è battuta con determinazione per i diritti dei parenti delle vittime del terrorismo. Condoglianze alla famiglia. Buon viaggio Maria Fida”.
“La scomparsa di Maria Fida Moro ci riempie il cuore di tristezza”, scrive su Facebook Pier Ferdinando Casini. “È stata una donna coraggiosa ed entusiasta che ha amato l’impegno politico nonostante le traversie ed il dolore che hanno segnato drammaticamente la sua famiglia. Prego per lei con grande tristezza”.
“Esprimo il cordoglio del gruppo di Forza Italia al Senato per la scomparsa di Maria Fida Moro, figlia del presidente Aldo Moro e senatrice nella X Legislatura”, dichiara il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri. “La ricordiamo con commozione impegnata in un’intensa attività, anche volta a onorare la memoria del padre, vittima del terrorismo Brigate Rosse nel 1978”. Anche Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, esprime alla famiglia “le più sentite condoglianze nella condivisione di un così profondo dolore”.
“Negli ultimi anni ho avuto l’onore di conoscerla meglio e non ho potuto che apprezzarne le qualità umane, la sua generosità la sua affabilità”, afferma il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa. “Con Maria Fida abbiamo girato in lungo e in largo l’Italia e agli incontri aveva sempre parole di forte incoraggiamento ai giovani, li sollecitava a credere in loro stessi ed a impegnarsi per la creazione di una società più giusta più umana. A Luca, suo figlio, che spesso l’accompagnava agli incontri e che ha potuto toccare con mano l’affetto e la stima di quei giovani, esprimo un sentito e profondo cordoglio mio e di tutta la comunità dell’Udc”.
“Ha battagliato per una vita, con tratti talvolta intransigenti, per tenere nel dibattito politico e culturale italiano la straordinaria lezione di suo padre, Aldo Moro”, scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato. “Ora, per chi crede, lo riabbraccia nell’infinità. E ci piace pensare che lo faccia nella luce, perché, come scrisse il padre, sarebbe bellissimo”.