Il conto alla rovescia è iniziato. Tra circa un mese Cina, Iran e Russia terranno esercitazioni marittime congiunte in un contesto di crescenti tensioni in tutto il Medio Oriente. Il comandante della Marina iraniana Shahram Irani ha affermato che le manovre si svolgeranno entro la fine di marzo e che punteranno a contribuire al mantenimento della “sicurezza regionale“. Questione di prospettive, perché sul fronte opposto l’amministrazione Biden è preoccupata per la convergenza di tre attori. Attori, tra l’altro, ciascuno responsabile di una crisi regionale contraria agli interessi Usa: Mosca con la guerra in Ucraina, Pechino con il dossier Taiwan e Teheran con il terremoto mediorientale.
Le esercitazioni tra Russia, Cina e Iran
Al momento non sappiamo quando e dove saranno organizzate le esercitazioni. Nel marzo 2023, tuttavia, le Marine dei tre Paesi hanno condotto manovre trilaterali nel Golfo di Oman e potrebbero quindi pensare di riproporre la medesima location. Secondo l’agenzia di stampa iraniana Tasnim – che ha definito le esercitazioni un “wargame” – Irani ha dichiarato che un certo numero di altri sono stati invitati a prendere parte alle operazioni.
Tra questi potrebbero figurare Pakistan, Brasile, Oman, India e Sud Africa, esponenti di rilievo del cosiddetto Sud del mondo. Al momento non c’è stato un annuncio formale né da parte della Cina né da parte della Russia in merito alle suddette esercitazioni, che dovrebbero comprendere presumibilmente strategie inedite, incursioni subacquee e nuove tattiche.
Il precedente
Come ha ricordato il South China Morning Post, l’esercitazione dell’anno scorso, denominata Security Bond-2023, è durata cinque giorni e ha comportato la soppressione del fuoco vivo e la precisione degli attacchi. Le Marine coinvolte hanno anche condotto corsi di formazione anti terrorismo e anti pirateria, inclusa una missione di salvataggio simulata su una nave mercantile dirottata.
In quei giorni la Cina aveva inviato la sua nave da guerra della flotta del Mare del Sud, la Nanning, in azione insieme alla fregata leggera iraniana Jamaran e la fregata russa Admiral Gorshkov, armata di missili ipersonici. Un capitano cinese aveva spiegato all’emittente statale CCTV che le esercitazioni erano servite ad approfondire “la cooperazione pratica tra le Marine” e avevano “ulteriormente dimostrato la volontà e la capacità di mantenere congiuntamente la sicurezza marittima“.
Le preoccupazioni degli Usa
Le esercitazioni mirano a garantire la sicurezza regionale e soddisfare gli interessi comuni dei tre partecipanti, aggiungendo una dimensione geopolitica più ampia all’iniziativa. In particolare, la flotta della Marina iraniana dovrebbe espandersi con l’aggiunta di diverse navi entro la fine dell’anno. Questo sforzo di collaborazione si basa su una serie di manovre militari che coinvolgono la citata Marina iraniana, la controparte cinese e quella russa, tutte volte a rafforzare la sicurezza e la stabilità del commercio marittimo internazionale.
A differenza del passato oggi il Medio Oriente è però scosso dal conflitto tra Hamas e Israele. Che a sua volta ha incendiato il Mar Rosso, via marittima commerciale strategica per l’economia mondiale. In ogni caso, se i ribelli yemeniti hanno preso di mira i mezzi occidentali, lo stesso non starebbe accadendo con le navi russe e cinesi.
Per quanto riguarda la Cina, poi, gli Stati Uniti avrebbero chiesto a Pechino di esortare l’Iran a tenere a freno gli stessi Houthi nel tentativo di evitare l’escalation nella regione, incontrando pochi segnali di aiuto da parte del Dragone. Washington teme insomma che le imminenti manovre congiunte possano allineare ulteriormente gli interessi di Mosca, Teheran e Pechino. Interessi, va da sé, contrapposti a quelli della Casa Bianca.