Il caso ha voluto che proprio ieri, nel pieno dello scontro in atto tra Stellantis e il governo, il presidente del gruppo automobilistico nonché ceo della cassaforte Exor, John Elkann, avesse programmato una serie di incontri a Roma, sia con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sia con il ministro dell`Economia, Giancarlo Giorgetti. Tra gli appuntamenti previsti anche quelli con il governatore della Banca d`Italia, Fabio Panetta, il comandante generale dell`Arma dei Carabinieri, Teo Luzi, e l`ambasciatore Usa in Italia, Jack Markell.
Al centro dei colloqui, ufficialmente, le attività italiane di Stellantis, «gruppo impegnato al tavolo sullo sviluppo dell`automotive aperto al Mimit sui temi della transizione energetica». I moti dell`assenza del ministro Adolfo Urso, tra l`altro promotore del Tavolo Automotive? Oltre a un impegno a Cagliari, si è detto occupato in alcune riunioni.
La discussione avrà sicuramente toccato il problema della crisi dei rapporti tra Stellantis e il governo, con gli accesi botta e risposta a distanza tra l`ad Carlos Tavares, il premier Giorgia Meloni e il ministro Urso. Nei prossimi giorni, rientrata Meloni dalla missione a Tokyo, si capirà quale piega prenderà la situazione.
Resta il fatto che il nodo Mirafiori, impianto definito a rischio da Tavares se dal governo non arriveranno sostanziosi sostegni per l`auto elettrica, dev`essere sciolto al più presto, definendo con precisione il suo futuro. Intanto a marzo scatterà la cassa integrazione per i 2.260 lavoratori impegnati sulle linee della 500 elettrica e dei modelli Maserati.
Fim, Fiom e Uilm sollecitano, a questo punto, un vertice con azienda e governo per evitare che a pagare le conseguenze della tensione sia la forza lavoro. I tre segretari generali Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella, si sono detti pronti a trovarsi con il premier Giorgia Meloni, i ministri Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Elvira Calderone (Lavoro e Politiche sociali), e l`ad Tavares le cui dichiarazioni hanno scatenato la dura reazione del governo.
Per i leader dei tre sindacati occorre «aprire un tavolo di confronto puntuale sulla situazione degli stabilimenti italiani del gruppo e della rete di fornitura», la stessa per la quale Tavares ha chiesto di ridurre i costi del 40% allo scopo di garantire che i clienti possano acquistare le auto elettriche i cui listini, senza incentivi, restano elevati. «La tecnologia elettrica costa il 40% di più di quella termica – il recente avvertimento di Tavares alla filiera -: Stellantis si trova sulla buona strada per ridurre i costi grazie alla competenza delle nostre persone. I nostri fornitori, però, dovranno fare la loro parte».
Fim, Fiom e Uilm ribadiscono, quindi, l`urgenza che siano definiti gli impegni futuri di Stellantis in Italia, il quadro delle missioni industriali per gli stabilimenti nel Paese e la loro messa in sicurezza sul piano dell`occupazione.
Timori sul futuro dello storico polo di Mirafiori sono stati espressi anche dal sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, il quale ha sensibilizzato sul problema, attraverso una lettera, la stessa Meloni.