Sanremo, le pagelle di Paolo Giordano

Sanremo, le pagelle di Paolo Giordano

CLARA – Diamanti grezzi



Il suono è potente, il brano un po’ meno ma c’è ritmo come detta il nuovo codice sanremese. Clara deve decidere. O attrice di Mare fuori. O interprete senza una identità precisa come altre che si sono perse per strada in una stagione. VOTO 6



SANGIOVANNI – Finiscimi

Anche sul palco e con l’orchestra l’artista è migliore della canzone. Sangiovanni ha carisma e molte possibilità di crescere molto, forse un po’ meno del suo completo bianco extralarge. VOTO 6



FIORELLA MANNOIA – Mariposa

E’ charmant, Fiorella, e una trasparenza furbetta lascia intravedere il seno. Provocatoria? Sì e fa bene, la classe non ha età. Come il suo pezzo, che non è attuale nella musica ed è eterno nel messaggio di libertà femminile. E poi c’è la sua voce. VOTO 7,5



ZLATAN IBRAHIMOVIC. È il vero ospite a sorpresa della prima puntata e non sbaglia una mossa al punto che Amadeus diventa la sua spalla. E’ credibile perché non è un ex calciatore che fa un’ospitata. È un’icona che fa divertire perché non si prende sul serio. VOTO 10 (e non sono né milanista né interista).



LA SAD – Autodistruttivo

Qui di autodistruttivo non c’è solo il titolo del brano ma tutto il resto che viaggia tra gli insulti ai codici musicali pop punk e pure al buon senso (non puoi atteggiarti come la parodia di Johnny Rotten perché si incazzano tutti). Cari La Sad grazie, vi faremo sapere. VOTO 2



GHALI – Casa mia



“Ma che ci fai da queste parti?” canta Ghali vestito con una sorta di tuta pigiama celeste mentre in sala appaiono “delle presenze strane che probabilmente arrivano da un altro pianeta” come dice Amadeus. Il brano è forte, lui non gli aderisce perfettamente ma funziona. VOTO 7

ALESSANDRA AMOROSO – Fino a qui

Interpretazione intensa, canzone importante che lei non consegna alla banalità. E’ autobiografica, racconta di come ci si sente sotto la valanga di odio scatenata dai social. E’ una nuova Alessandra, necessariamente e dolorosamente cresciuta. Così si fa. Voto 9



THE KOLORS – Un ragazzo una ragazza

Il pop è anche questo, è divertimento, disimpegno evviva. Non è un brano che passerà alla storia, ma resterà molto nel prossimo presente. E poi, dai, oggi la vera trasgressione è l’allegria. VOTO 7/8



ANGELINA MANGO – La noia

Uno pensa a Perfect days di Wim Wenders ma La noia di Angelina Mango è energia, ritmo purificatore, è la cumbia, ballo colombiano che cauterizza il dolore. E lei cumbia bene, controlla la voce sul filo del rasoio e pazienza se qualche posa è forse esagerata. Applausone in sala. VOTO 7



IL VOLO – Capolavoro

Il passaggio giusto per uscire dalla comfort zone del bel canto e addentrarsi nel bel pop. Potrà non piacere, ma questo brano avrà uno spazio anche nel mercato europeo. E bravi, Piero Barone Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, si sono rinnovati senza snaturarsi.

VOTO 7,5



BIG MAMA – La rabbia non ti basta

Il testo è forte, la storia è forte, il personaggio è forte ma forse al brano manca qualcosa di impercettibile che lo faccia decollare. VOTO ALLA CONSAPEVOLEZZA 9

VOTO ALLA CANZONE 6

MEDIA 7,5



RICCHI E POVERI – Ma non tutta la vita

Restano fedeli alla (propria) linea e lo fanno al meglio. Impossibile trovare un brano all’altezza della storia di questo “brand” della melodia. Ma questo non la tradisce e la performance di Angela e Angelo sul palco rende merito alla loro età e alla loro esperienza (lei va per i 77, lui per i 78). VOTO 7



EMMA – Apnea

E diciamolo che questa canzone è meglio di alcune delle ultime. Emma sprizza consapevolezza e anche positività più di quanto abbia fatto negli ultimi anni. L’interpretazione sul palco ne guadagna. La sua Apnea non si ferma qui. VOTO 8



RENGA & NEK Pazzo di te

Loro due vanno d’accordo, hanno una sintonia quasi insospettabile per due big con la loro storia. Però il punto è proprio questo: il brano non la rispetta. E la superba esibizione sul palco peggiora paradossalmente il voto. Quanto talento sprecato a questo giro. VOTO 4/5


MR RAIN Due altalene

Niente da fare, anche con un minimo di coreografia (due altalene sul palco) il brano non riesce a decollare e paga impietosamente il confronto con il memorabile “Supereroi” della scorsa edizione. Forse avrebbe dovuto saltare un giro. VOTO 5



BNKR44 Governo punk

L’aggravante è l’utilizzo del punk. Già senza quel riferimento il brano non avrebbe meritato l’inclusione tra i Big di un Festival della canzone (parere personale, per carità). Ma accostare il punk a questa macedonia scondita è scandaloso. VOTO 3



GAZZELLE Tutto qui

Il titolo del brano può esserne anche la recensione. Come autore senza dubbio ha profondità ma come interprete non raggiunge ancora la sufficienza. Occasione sprecata. VOTO 6



DARGEN D’AMICO – Onda alta

Tra gli autori del brano c’è Edwyn Roberts che a Sanremo firma anche per i Ricchi e Poveri. Ma qui il contesto è completamente diverso. Il testo a metà tra impegno e populismo non aderisce perfettamente al personaggio Dargen. VOTO 5



ROSE VILLAIN – Click boom!

Debutta bene dopo qualche incertezza nelle prove. La voce tiene e sale bene, il brano si ballerà (in versione remix) ma forse tutto è ancora da mettere meglio a fuoco perché sembra un collage poco omogeneo. VOTO 6



SANTI FRANCESI – L’amore in bocca

L’amore in bocca è in “quota Subsonica” ed è un bell’elettrorock che qui al Festival si fa notare perché è praticamente l’unico. Bravi anche per la loro modestia di rimettersi in gioco dopo la vittoria di X Factor. VOTO 7



FRED DE PALMA Il cielo non ci vuole

Il cielo non ci vuole è forse la cosa più memorabile di questo brano che rende merito a un grande “produttore di tormentoni” ma non aggiunge nulla alla gara. VOTO 5



IRAMA – Tu no

Forse l’emozione della prima l’ha lievissimamente penalizzato (in prova era andato meglio) ma è proprio una Irama di dio. Voce potente, usata benissimo e soprattutto sempre calibrata al punto giusto dentro un brano che ha un senso. VOTO 8



MANINNI – Spettacolare

Si vede che ci mette l’impegno, si vede che ama la musica e che è ancora legato ai giusti canoni della composizione. Gli manca un grafifo in più. Arriverà. VOTO 6



ALFA Vai!

Ha atteso quasi le 2 di notte per portare un brano leggero che funziona e spande positività. “Voglio solo vivere e piangere dal ridere”. VOTO 6/7





AMADEUS

Non avere alcuna critica da fargli non equivale per forza a promouoverlo. Lo show è perfetto, forse appena dispersivo, ma è troppo lungo. Punto. Senza se e senza ma. VOTO DA PRESENTATORE 10

VOTO DA DIRETTORE ARTISTICO 7



FIORELLO Gli basta nulla per fare tutto. Con lui si vince sicuro anche quando racconta vecchie barzellette come “Sai perché le tende sono tristi? Perché sono da sole”. Oppure imita Ethan dei Maneskin che si esprime solo suonando la batteria. SENZA VOTO PERCHE’ NON C’E’



MARCO MENGONI – Supera la prova da coconduttore anche il primo sketch della serata (quello con manette ecc) non gli ha reso giustizia. Poi ha dimostrato di essere meglio. VOTO 8

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