Cari italiani, cari europei: grazie per il vostro prezioso sostegno all’Ucraina che ormai da due anni resiste in armi all’aggressione della Russia. Vi rivolgiamo un appello: continuate a farlo, perché è anche nel vostro interesse, come è arrivato qui Putin potrebbe arrivare anche da voi. Intervistato dal direttore del Tg1 Rai Gian Marco Chiocci, Volodymyr Zelensky parla di guerra del suo bilancio, delle difficoltà da affrontare, degli errori inevitabilmente commessi ma anche dei cambiamenti in arrivo ai vertici di Kiev. E il riferimento non è soltanto a quel generale Zaluzhnyi, stimato comandante in capo delle forze armate ucraine, che i sondaggi politici indicano come un credibile concorrente a Zelensky stesso quando finita o sospesa la guerra in un indefinibile futuro in Ucraina si tornerà a votare per scegliere un nuovo presidente (o magari per confermare lo stesso). È noto che il presidente vorrebbe destituirlo, e questo perché il generale non solo si sarebbe permesso di contraddire la linea ufficiale di Kiev sul conflitto in corso (parla da tempo di «stallo» invece che di «controffensiva attiva nonostante le difficoltà»), ma facendosi intervistare da media americani avrebbe alimentato critiche politiche al presidente e voci di sue personali ambizioni a prenderne il posto al vertice dello Stato.
Però, quando Zelensky parla di «cambiamenti in arrivo», allude lo ha detto al Tg1 a «un nuovo inizio», a un più ampio ricambio nel segno della fede nella vittoria. Una vittoria che «permetterà ai nostri figli di essere liberi ed europei, non servi nell’impero russo». Quanto a Zaluzhnyi, la Casa Bianca non intende prendere posizione. Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Biden, ha chiarito di «aver fatto presente direttamente agli ucraini che il governo americano non deve interferire, in un modo o nell’altro, su decisioni che riguardano il personale delle forze armate ucraine». Zelensky si è anche recato gesto significativo nell’attuale contesto a visitare uno dei punti più caldi del fronte di guerra, il villaggio di Robotyne nella regione meridionale di Zaporizhzhya. La conquista di Robotyne, nello scorso agosto, era stata salutata come un promettente successo di una controffensiva di terra che si è invece poi arenata. Il villaggio è regolare bersaglio dei bombardamenti russi e qui Zelensky ha incontrato ieri le truppe, consegnando onorificenze e spronando a «continuare la difficile missione per vincere la guerra».
Guerra che in realtà riserva maggiori soddisfazioni a Kiev sul Mar Nero, dove quattro giorni fa è stata affondata un’altra nave lanciamissili della flotta russa, rendendo sempre meno insicura la navigazione dei mercantili che esportano il vitale grano ucraino. Di questo aspetto Zelensky si è detto orgoglioso nell’intervista a Chiocci, ammettendo invece che sul terreno lo stallo è al momento una realtà e che continuano i massacri, anche di civili. Ieri erano i russi a denunciarne: sarebbero 28 i morti sotto le macerie di una rivendita di pane nella città di Lysychansk occupata e bombardata dagli ucraini tre giorni fa.