Violenze, crimini, caos. La “bomba” sociale dei minori stranieri sbarcati senza famiglia

Violenze, crimini, caos. La "bomba" sociale dei minori stranieri sbarcati senza famiglia

Per la violenza sessuale di gruppo su una ragazzina 13enne a Catania i carabinieri hanno arrestato sette giovani stranieri. Sono tutti egiziani, tre di loro sono minorenni. Sia i minori sia gli oggi maggiorenni sono arrivati in Italia da under 18 tra il novembre del 2021 e il marzo del 2023, risultando come minori non accompagnati (Msna).

Alla fine di ottobre 2023 i ragazzi stranieri arrivati in Italia senza genitori erano circa 24mila. La loro gestione è affidata agli enti locali. In molti casi però la macchina dell’accoglienza e dell’integrazione di questi migranti con esigenze e caratteristiche molto specifiche si inceppa. Per colpa del soprannumero rispetto alle strutture disponibili, ma più spesso per colpa di risposte che ormai – a parere degli esperti del settore – non sono più adeguate al fenomeno. Le indicazioni a livello nazionale prevedono che gli enti locali, i Comuni in primo luogo, trovino modo di collocare i Msna. Di recente, ad esempio, il Comune di Milano ha ammesso di essere in difficoltà, con una prima accoglienza sovraccarica e centri che esplodono di ragazzi costretti a restare molti mesi o anni. E con una seconda accoglienza, quella che dovrebbe indirizzare i minori a livello scolastico e lavorativo, sguarnita.

La legge prevede che quando un Msna viene segnalato o identificato in un Comune, viene poi preso in carico dal Tribunale per i minorenni di competenza. Si avvia quindi la procedura di ratifica della misura di accoglienza e viene nominato un tutore volontario. Una figura che segue il ragazzo nel suo percorso di inserimento nella società. Nei mesi scorsi il governo, proprio per affrontare alcune criticità relative ai minori stranieri non accompagnati, ha introdotto alcuni nuovi provvedimenti. Prima i Msna dovevano essere accolti in strutture dedicate all’interno del sistema di accoglienza e integrazione (Sai), gestito appunto dai Comuni. In caso di bisogno era previsto che i prefetti istituissero centri di accoglienza straordinaria (Cas), sempre destinati ai minori. Ora invece la legge prescrive che, se si rende necessario, i minorenni stranieri siano collocati anche in strutture per adulti. La misura riguarda in particolare i ragazzi che hanno più di 16 anni, che sono oltre il 70 per cento del totale dei Msna (con le relative difficoltà nello stabilire l’esatta età di persone senza documenti).

Un discorso a parte meritano i minori stranieri non accompagnati che delinquono nel nostro Paese. Si veda, ancora una volta, il caso di Milano e della Lombardia, dove molti Msna arrivano attratti da un territorio che promette condizioni di vita migliori di altri. Qui, a fronte di un afflusso più o meno costante negli ultimi anni, si è creata una cronicizzazione dei problemi legati a tali ragazzi. Lo dicono i dati forniti pochi giorni fa dal Tribunale per i minorenni all’inaugurazione dell’Anno giudiziario. Nel 2023 c’è stato un forte aumento del numero dei reati commessi dai Msna. Nell’ultimo anno i detenuti stranieri al Beccaria sono stati 229, di cui 130 non accompagnati. Lo scorso anno i non accompagnati erano 37 su un totale di 103 minorenni stranieri. Ancora: i minori sottoposti alla misura del collocamento in comunità sono stati 252, di cui 88 Msna, mentre l’anno prima sono stati 237, di cui solo 44 Msna. Chi sono questi giovani? Secondo i dati di fine 2022, provengono soprattutto dall’Egitto, poi da Tunisia e Marocco. Molti anche dall’Albania. In molti casi hanno alle spalle storie difficili e vissuti traumatici. Spesso hanno un disagio psicologico, aggravato dall’abuso di sostanze.

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