La generazione dem già persa per strada

La generazione dem già persa per strada

Erano i quattro volti nuovi del Pd per le elezioni politiche del 2022. Uno si è ritirato prima della corsa, un’altra non è stata eletta. E gli altri due? Dopo essere stati travolti dalle polemiche in campagna elettorale, si limitano a vegetare in Parlamento.

Enrico Letta li aveva candidati, Elly Schlein li ha nascosti. «Sono tornato dalla Francia perché volevo aiutare i giovani e costruire un partito per i giovani», disse l’allora segretario presentando i quattro capilista under 35 alla Camera. Uno svecchiamento che doveva essere incarnato da Raffaele La Regina, Caterina Cerroni, Marco Sarracino, Rachele Scarpa. Partiamo dai due che sono riusciti a sbarcare in Parlamento. Si tratta di Sarracino e Scarpa. Il primo è stato segretario metropolitano del Pd di Napoli e Letta lo aveva blindato capolista nel collegio plurinominale 2 del capoluogo campano. Ora è deputato ed è quello che se la passa meglio tra i quattro. Schlein lo ha nominato responsabile per la Coesione, il Sud e le aree interne nella segreteria nazionale. Per il resto, la rivoluzione non si è vista. Nemmeno quella d’Ottobre, elogiata da Sarracino in un post su Instagram del 7 novembre 2019. «Beati quelli che si ribellano per ottenere un mondo più giusto. Buon anniversario della rivoluzione», scriveva l’adesso trentaquattrenne deputato del Pd. Con tanto di foto di Lenin e dell’Armata Rossa. Nonostante il post leninista, Sarracino l’ha spuntata lo stesso. Ma la visibilità non è arrivata. Il parlamentare non brilla nemmeno per prolificità legislativa, dato che non ha presentato proposte di legge alla Camera come primo firmatario.

L’altra superstite dei giovani di Letta è Rachele Scarpa. Anche lei, nell’estate di due anni fa, era finita nella bufera per via dei suoi post contro «il regime di apartheid di Israele» e altre amenità, come un video in cui sosteneva che «è necessario interrompere il circolo vizioso per cui il lavoro è l’unico mezzo di sostentamento per le persone». La ventisettenne veneta è la deputata più giovane del Parlamento. Eppure annaspa nell’anonimato. Da segnalare la sua proposta di legge per inasprire le pene «in materia di delitti riguardanti le specie di flora e fauna selvatica protette».

È andata decisamente peggio a Raffaele La Regina, ex segretario del Pd della Basilicata. L’allora ventinovenne era stato schierato da Letta come capolista nel collegio blindato di Potenza. Prima della discesa in campo, uno stage al ministero del Sud con l’ex ministro dem Giuseppe Provenzano. Ma a tradire La Regina sono stati i suoi tweet in cui negava l’esistenza di Israele, scovati dal Giornale a agosto del 2022. L’ex golden boy non si è più candidato ed è sparito anche dai social. Non ce l’ha fatta per un soffio invece Caterina Cerroni, molisana di Agnone, oggi trentatreenne segretaria dei Giovani Democratici.

Cerroni continua a fare politica e il 29 gennaio a Roma ha partecipato a un convegno sulla Palestina insieme, tra gli altri, all’ex europarlamentare di Rifondazione Comunista Luisa Morgantini.

Morgantini è presidente di Asso Pace Palestina, un’associazione che sul suo sito ha rilanciato la propaganda di Hamas sugli attacchi del 7 ottobre. Cerroni invece, in passato, si era già fatta notare per le sue posizioni anti-Israele e per i suoi post in cui tesseva le lodi del Partito comunista cinese.

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