Il Partito Democratico che parla di «populismo penale» dovrebbe apparire come un’autocritica storica, un mea culpa sui recenti trent’anni di storia italiana. E invece no, la frase di Elly Schlein, che ieri ha attaccato il governo e ha citato un suicidio in carcere e una proposta del Pd sulle detenute madri, è giust’appunto questo: una continuazione del populismo penale con altri mezzi, un nuovo addendo in una somma di miserie che vedono pochi garantisti (veri) da sempre in una minoranza trasversale ai partiti, ma sempre (sempre) allineati e coperti in quel Pci-Pds-Pd che nei momenti che contano ha sempre spiato il vento, l’aria che tirava.
C’è da restare tramortiti al pensiero di quanti esempi si potrebbero fare, e si potrebbe cominciare dal dettaglio che Elly Schlein ha parlato proprio da Teramo, città nativa di Marco Pannella e dei suoi Radicali, gli unici veramente vicini alle retroguardie del mondo carcerario e i soli a proporre referendum potenzialmente decisivi sulla giustizia: ciò anche di recente, con quesiti che affrontavano nodi cruciali con l’appoggio pure di Carlo Nordio, ministro di questo governo, e il prevalente sostegno dei partiti che lo hanno nominato. E il Pd? Il Pd proclamava una pilatesca «libertà di voto», forse perché giudicava «populismo penale» occuparsi delle correnti della magistratura nel Csm, introdurre varianti meritocratiche nelle carriere dei togati, volere separare le loro funzioni giudicanti e requirenti (le famose carriere), impedire i consolidati abusi della custodia cautelare (su questo Fdi era per il «no») e infine abolire quella Legge Severino che può costringere un eletto a dimettersi subito, anche se un processo poi lo riconoscerà innocente. Tutte cose che questo governo cerca di riproporre nel quadro di una riforma più ampia e possibilmente storica, ma ora giudicata «populismo penale» da chi ha avuto il fegato di governare con chi? Coi forcaioli urlanti dei Cinque Stelle e del guardasigilli Alfonso Bonafede (abbiamo dovuto guardare su Google, per ricordarcelo).
Davvero, sono troppi gli esempi che si potrebbero fare, troppi i sostegni storici della sinistra italiana allo strapotere giudiziario, alla peggior antimafia professionale, al discredito scagliato su Giovanni Falcone pochi giorni prima che saltasse in aria, alle peggiori piazze di Mani pulite, alla Giustizia attuale che è un peso economico ma anche appoggiato sulle coscienze di chi non vuole cambiare nulla.