Una condanna a 12 anni di reclusione oltre al pagamento di 150mila euro per danni. È la richiesta avanzata dalla procura nel processo per stupro apertosi stamani a Barcellona, che vede imputato l’ex-calciatore di Barcellona, PSG e Juventus Dani Alves. Quest’ultimo è detenuto in carcere preventivo da circa tredici mesi, a seguito del suo arresto dopo che una ragazza di 23 anni lo accusò di averla picchiata e stuprata nella notte del 30 dicembre 2022. I fatti in questione sarebbero avvenuti in una discoteca di Barcellona. Gli avvocati difensori del calciatore, Ines Guardiola e Miraida Puente Wilson, chiedono l’assoluzione del loro assistito: sostengono che non si trattò di una violenza sessuale, ma di un rapporto consenziente.
In caso di condanna, la difesa avrebbe tuttavia già chiesto di considerare le attenuanti per lo stato di ebbrezza del calciatore e la riparazione del danno, avendo già pagato i 150mila euro imposti dal giudice per le indagini preliminari come cauzione per l’indennizzo. Secondo il pubblico ministero invece (che dà totale veridicità alla ricostruzione della denunciante) l’ex-giocatore oggi quarantenne propose alla giovane e alle sue amiche di bere champagne in una sala riservata della discoteca. E dopo aver chiacchierato e ballato, intorno alle 3.20 del mattino, avrebbe invitato la vittima in un bagno privato dove “cominciò a toccarla con animo lascivo e la chiara intenzione di soddisfare il suo desiderio sessuale” . Davanti alla resistenza della ragazza e alle suppliche di lasciarla andare, l’ex-esponente di spicco della Nazionale brasiliana l’avrebbe schiaffeggiata e violentata.
Fino all’ultimo, stando a quel che riporta La Gazzetta della Sport, i legali dell’ex-campione visto in Serie A con la maglia della Juve (nel 2016/17, ndr) hanno cercato di arrivare a un accordo con la vittima, senza successo. E così, questa mattina, Dani Alves (che nel corso degli interrogatori avrebbe cambiato almeno quattro volte la propria versione dei fatti) si è seduto in prima fila nell’aula del tribunale: scarpe e camicia bianca, jeans chiari, decisamente dimagrito, capelli corti. Con lui c’era anche la madre, assurta agli onori della cronaca processuale per aver diffuso via social le immagini della vittima. Il dibattimento durerà tre giorni, visto che sono stati chiamati a deporre 28 testimoni. E l’avvocato Guardiola, oltre all’annullamento del processo e alla libertà immediata del proprio assistito, avrebbe infine chiesto la possibilità per Alves di essere interrogato per ultimo.
La richiesta dei legali dell’ex giocatore è stata respinta. Il tribunale è dell’avviso che non sia stato violato alcun diritto e ha deciso, così, di continuare l’udienza. La deposizione della vittima si è svolta a porte chiuse (con voce distorta e immagini schermate). La deposizione di Dani Alves è in programma mercoledì.