Gli ennesimi disordini scoppiati in un Cpr del nostro Paese sono stati sedati solo dopo lunghe ore di rivolta. Stavolta, dopo gli incendi di pochi giorni fa nella struttura di Milo, in Sicilia, è stata la volta di Ponte Galeria, a Roma. Durante il caos, diverse decine di migranti hanno cercato di sradicare le sbarre delle finestre, anzi, sono riusciti a sfondare due grate di ferro, hanno tentato di sfondare una porta in ferro e di incendiare una macchina della polizia, tra le altre cose. Non sono mancati episodi di violenza contro gli uomini delle forze dell’ordine, fatti oggetto di una sassaiola da parte degli stessi. Le proteste sono nate dopo il suicidio di un 22enne, ospite del centro dallo scorso ottobre. E mentre da sinistra si riempivano la bocca con le solite strumentalizzazioni sul caso, invocando la chiusura di ogni Cpr sul territorio, un manipolo di uomini in divisa rischiava la vita tentando di sedare la rabbia dei migranti.
“Solo 5 carabinieri non possono sostenere la furia di oltre 100 immigrati e due militari su cinque feriti rappresentano un prezzo troppo alto da pagare“, è la denuncia di Antonio Tarallo, Segretario Generale dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (USIC). Secondo quanto dichiarato dal sindacalista, e riportato dal sito Infodifesa, solo dopo un’ora e mezza di scontri sarebbero arrivati altri rinforzi all’interno del centro per sedare la rivolta. “È accaduto di tutto: lancio di sassi, porte e muri sfondati, attrezzature rubate e tanto altro“, prosegue Tarallo, raccontando una (quasi) quotidianità per gli agenti che prestano servizio all’interno di queste strutture. Chi si trova all’interno dei Cpr non ha molto da perdere ed è in attesa di essere rimpatriato nel suo Paese d’origine dopo essere arrivato in Italia in modo irregolare. “Si doveva arrivare a questo tragico epilogo per dimostrare che solo 5 carabinieri non possono sostenere la furia di oltre 100 migranti?“, prosegue il sindacalista.
Davanti alle proteste della sinistra, che reputa “disumane” le condizioni in cui vengono ospitati i migranti nei Cpr, si è alzata la voce di Fabio Conestà, segretario generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap): “Ad essere disumane sono le condizioni dei colleghi chiamati quasi sempre a fronteggiare situazioni pericolosissime, in balia di delinquenti che non hanno nulla da perdere. Incredibile come in questo Paese la preoccupazione sia sempre e solo per chi delinque e non per chi serve lo Stato“. E così, mentre i soliti buonisti che non hanno la benché minima concezione di cosa accada in Cpr sono solo capaci di usare una tragedia a fini politici, chi vive ogni giorno quei luoghi, la pensa diversamente. “Non è possibile lavorare in contesti in cui è oramai consolidata la prassi da parte degli ospiti, di creare guerriglie per fuggire. Fortunatamente non ci sono state gravi conseguenze per i feriti, ma questo non legittima a fare finta di nulla“, ha concluso Conestà. Al termine delle proteste, 14 stranieri sono stati arrestati.