I dem lanciano 3 pesunti molestatori. Il “Me Too” non è più un’arma politica

I dem lanciano 3 pesunti molestatori. Il "Me Too" non è più un'arma politica

I Democratici americani devono aver capito che ad essere di larghe vedute, si hanno più vantaggi. Si possono avere convinzioni, questo sì, si possono portare avanti battaglie, questo anche, ma quando la realtà si sistema scomoda sul tuo orizzonte forse è meglio ammorbidirsi un tantino e diventare spericolatamente possibilisti. Tocca essere pronti a contemplare eccezioni e a tornare sui propri passi. Chessarà mai, un po’ di elasticità, se aiuta la causa e sistema i tasselli?

Dev’essere esattamente la conclusione alla quale sono arrivati i Democratici Usa se, dopo essere stati i primi Torquemada del Me Too (movimento al quale sono rimasti incastrati negli ingranaggi anche parecchi innocenti mai più riabilitati) hanno deciso di presentare come candidati alla carica di sindaco di New York (nientemeno) tre-diciamo-tre personaggi accusati di molestie e cioè: l’attuale primo cittadino Eric Adams, l’ex comptroller Scott Stringer e l’ex governatore Andrew Cuomo. Come dire: questo abbiamo e questo mettiamo sul piatto. E poi, (anche grazie a loro) chi oggi non ha almeno un’accusa per molestie sessuali? In fin dei conti è ancora tutto da dimostrare, il beneficio del dubbio esiste e improvvisamente ce ne rendiamo conto. Un po’ di sano utilitarismo non ha mai ucciso nessuno e soprattutto ha sempre oliato gli ingranaggi fino al completo e indispensabile funzionamento del risultato. Quindi largo ai sospetti predatori, in fin dei conti per domare la Grande Mela ci vuole un certo piglio e loro avranno se non altro l’aggressività necessaria. Chi l’ha detto, poi che i «lupi» debbano rimanere confinati solo a Wall Street a speculare e contare milioni provenienti da speculazioni spericolati? New York è una città che merita spericolatezza ovunque. E ora, evidentemente, anche i Dem.

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