Dopo l’indiscrezione riportata oggi da questa testata, sulla “anomalia” nella pagina web di Pigna che rimandava ai prodotti targati Ferragni, in serata l’azienda cartaria ha annunciato ufficialmente la rottura della collaborazione con la influencer. Una decisione che arriva dopo la maxi-multa dell’Antitrust, delle indagini della procura per truffa aggravata a carico della imprenditrice digitale e di altre tre persone e del naturale crollo reputazionale che l’ha riguardata, su media e social.
La decisione, ha spiegato la società all’agenzia Ansa, è stata presa “nel rispetto del proprio codice etico aziendale, che si può consultare anche sul portale pigna.it, che esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi“. Il riferimento alla sanzione, ovviamente, non è in merito al filone giudiziario ma al provvedimento dell’Antitrust che, lo scorso dicembre, ha sanzionato per oltre un milione di euro le due società riconducibili a Ferragni che hanno stretto accordi con Balocco per la campagna “Pink Christmas”.
Il dubbio che tra le due parti il rapporto si fosse interrotto è sorto quando, scorrendo il sito Pigna, la pagina dedicata alla linea di Chiara Ferragni è risultata oscurata. Sul sito dell’influencer, invece, continuano a essere venduti i prodotti del merchandising frutto della collaborazione ma è presumibile che si tratti degli ultimi prodotti a magazzino. Una volta terminati gli stock, questi non potranno essere riforniti per la decisione di Pigna di interrompere la collaborazione. Non è da escludersi che, a seguito della comunicazione dell’azienda bergamasca, il brand di Chiara Ferragni sia costretto a ritirare i prodotti ancora in vendita. Sono valutazioni che dipendono dagli accordi precedentemente sottoscritti.
All’Ansa, inoltre, Pigna ci ha tenuto a sottolineare che la collaborazione con le aziende che fanno riferimento a Chiara Ferragni “è stata di natura unicamente commerciale e ha riguardato la realizzazione di linee di prodotti di cancelleria per la scuola e per l’ufficio“. Dal Codacons, che segue da vicino le vicende dell’influencer e che ha presentato querela in 104 procure per il caso Ferragni, fanno sapere con una nota: “La decisione di Pigna, che fa seguito a quella di grandi aziende come Safilo e Coca cola, è corretta perché dimostra attenzione verso i consumatori e rispetto verso gli acquirenti dei prodotti. Crediamo che nessuna azienda debba legarsi per pubblicità e sponsorizzazioni a soggetti pesantemente sanzionati per illeciti contro i consumatori“. Quindi, aggiunge l’associazione, sarebbe opportuno che le società che hanno ancora in essere rapporti, procedano a “i contratti in essere quando si verificano scandali come quelle del pandoro Balocco, che portano a strascichi giudiziari importanti e ripercussioni sul fronte reputazionale. Attendiamo ora di sapere cosa decideranno le altre aziende che hanno rapporti commerciali con la Ferragni, e se dimostreranno analoga attenzione verso gli utenti e i consumatori“.