Per Concita la detenuta è già l’insegnante che tutti vorrebbero a scuola

Per Concita la detenuta è già l'insegnante che tutti vorrebbero a scuola

Ci sono concetti difficili da tradurre in scrittura ma facili all’acchiappo per la propaganda politica. Ad esempio basta citare Salvini e parte il pilota automatico. Concita De Gregorio è abilissima a raggrumare pensieri e parole sulla vicenda Ilaria Salis, lo fa spiegando, sulle pagine di Repubblica, che «a differenza del Salvini sarei invece molto contenta di aver avuto o che i miei figli avessero maestri capaci di insegnare che cosa sia credere in un’idea. Sarei tranquilla di sapere i bambini guidati da qualcuno che mostra loro». Un po’ troppo tranquilla, perché la quiete porta a volte all’affanno grammaticale, ribadito con l’uso dell’indicativo presente al posto del congiuntivo, non proprio tipico di una maestra o maestrina come l’autrice del commento e ancora «…a scuola, specie nei primi anni, non è così importante avere qualcuno che ti insegna che fiume diventano Dora Baltea Dora Riparia… è molto più importante avere di fronte un adulto che ti insegna, che ti esorta…», l’oggetto del contendere è la figura di una maestra, o, si sostiene, di una supplente (non vedo la differenza perché è comunque chiamata ad insegnare e non a giocare a nascondino). Secondo la giornalista, dunque, per imparare la geografia basta un clic, un disco, una voce registrata mentre per apprendere la vita, il senso di responsabilità, servono docenti e punti di riferimento come, per l’appunto, la Ilaria, la quale renderebbe tranquilla Concita De Gregorio perché guiderebbe i bambini non a non immischiarsi, a voltare la testa, stare zitti e buoni ma dire a voce alta, sempre.

Non si spiega però che cosa, come e quando, anche se si chiarisce che il coraggio dell’idea sta nel difenderla soprattutto quando non è l’idea della maggioranza. Concetti base che sono, storicamente, il pensiero e l’azione dell’età giovane, ribelle, rivoluzionaria ma, si comprende dalla lettura, purché la maggioranza non sia quella che piace a Repubblica e affini. Ilaria subirà un processo, gli schiavettoni alle mani e le morse ai piedi sono il segno di inciviltà manifesta, volgare, triviale, ma che l’imputata diventi il riferimento didattico, appare un salto eccessivo, il colpo ad effetto per stupire i borghesi fermi a consultare l’atlante per capire dove nasca il Po. Concita De Gregorio ha però perso una grande occasione: Dora Baltea e Dora Riparia sono affluenti sì, ma di sinistra.

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