È singolare ascoltare Bob Marley che parla dal Catechismo della Chiesa cattolica per i giovani, noto come «YouCat», eppure i contatti tra il cantautore giamaicano e la fede non mancano, non solo perché Get up, stand up, alzati, tirati su, può evocare i ripetuti inviti di Gesù. La citazione è nel paragrafo sul settimo comandamento, non rubare. Lo stile è reggae: «I beni ti rendono ricco? Non ho quel tipo di ricchezza. La mia ricchezza è la vita, sempre». A fianco, accanto all’«autorizzazione» ai cristiani a speculare in Borsa e su internet (purché non si violino altri comandamenti morali), qualche precisazione su scommesse e gioco d’azzardo: immorali e pericolosi se mettono a rischio il proprio sostentamento e quello di altre persone, nulla di male per una briscola o un poker senza puntare alto.
Indicazioni di vita per i ragazzi, ma non solo, anche perché «YouCat» è la versione per i giovani del Catechismo del 1992 voluto da Giovanni Paolo II, frutto di un lavoro dei vescovi coordinati dall’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI. L’originale di «Youcat» 2010 è in tedesco, perché a cura (e con il nihil obstat) della Conferenza episcopale austriaca, con quella tedesca e svizzera. La nuova edizione italiana riveduta e aggiornata 2024 (edizioni San Paolo), dopo la premessa di Papa Francesco, presenta un testo di Benedetto XVI. Innegabile che «YouCat» punti in alto. «Laddove viene meno la fede nella madre di Dio, viene meno anche la fede nel Figlio di Dio e in Dio Padre» scriveva Ludwig Feuerbach, e pensare che sia un filosofo ateo a pronunciare tali parole lascia intuire quanto sia ricco di intrecci il rapporto tra gli uomini e il Cristianesimo, e come sia difficile tracciare una linea netta tra chi ha fede in Cristo e nella sua Chiesa e scrittori, artisti, musicisti non credenti o appartenenti ad altre religioni. La loro presenza, nell’apparato a margine curato da Monica Rimoldi insieme alla traduzione, è la novità della nuova versione di «YouCat», accanto a una modifica sostanziale che riguarda la pena di morte. Come si legge al punto 381, è definita «inammissibile, perché viola la santità e la dignità della persona», come nel Catechismo maggiore modificato nel 2018. In precedenza se ne ammetteva il ricorso «in caso di assoluta necessità».
La Chiesa cattolica crede che «semi di verità» siano presenti in tutte le religioni e che anzi «un raggio di verità illumina tutti gli uomini», come è particolarmente chiaro nei documenti del Concilio Vaticano II. Ecco perché trova spazio anche Friedrich Nietzsche, che annunciava la morte di Dio: «O amici miei! Così parla il sapiente: Pudore, pudore, pudore, ecco la storia dell’uomo». Negli anni, a tagliare corto su ogni polemica intellettuale, sono apparsi murales con la scritta «Dio è morto. Firmato: Nietzsche» e poi «Nietzsche è morto. Firmato: Dio». Si parla di droghe, senza distinzione tra legali e illegali: «L’assunzione è un atto di autodistruzione. Qualsiasi forma di dipendenza significa rinunciare alla libertà per la schiavitù; danneggia la salute e la vita e provoca gravi danni anche agli altri». A fianco una citazione di Edith Bruck, scrittrice, poetessa e testimone della Shoah: «Ogni sera vado a letto e mi ripeto che Dio mi ama, ma non so il perché». Liliana Segre si ritrova accanto alla condanna totale dello stupro, anche all’interno del matrimonio: «L’indifferente è complice. Complice dei misfatti maggiori».
È Ludwig Wittgenstein, l’autore del Tractatus logico-philosophicus, a dichiarare: «Credere in Dio vuol dire vedere che i fatti del mondo non sono poi tutto. Credere in Dio vuol dire vedere che la vita ha un senso». La citazione fa da corredo alla domanda: «Credere: com’è possibile?», di particolare attualità se la fede viene considerata un’anticaglia, incompatibile con ragione e scienza, quando invece filosofi, intellettuali, scrittori e artisti hanno faticato a fare i conti con l’assenza di fede.
Marc Chagall, pittore di religione ebraica, proclama: «Considero la Bibbia una fonte di ispirazione per la perfezione nell’arte e nella vita». Due pagine di «YouCat» sono dedicate a opere d’arte ispirate dalla vita di Gesù, da un classico del XII secolo come il Battesimo nel Duomo di Monreale al Noli me tangere della pittrice Fede Galizia, a Brera, fino a un’opera dei Musei Vaticani, la Crocifissione di Felice Casorati. Scrive uno dei padri dell’illuminismo, Jean-Jacques Rousseau: «Se la vita e la morte di Socrate sono quelle di un saggio, la vita e la morte di Gesù sono quelle di un Dio». Che cos’è la pace? Un’altra domanda da un milione di euro, corredata dalle parole dell’economista e banchiere bengalese Muhammad Yunus: «Credo che investire risorse per migliorare la vita dei poveri sia una strategia migliore che spenderle in armi. Credo che il terrorismo non possa essere vinto con un’azione militare». Nell’espressione guerra «giusta», le virgolette erano già nel Catechismo del 1992, segno di un dibattito profondo in corso ben prima di allora. Il tema al centro oggi è «la legittima difesa». Impossibile essere esaustivi: mettendo la testa tra le pagine, si parla della vita intera.