Un nuovo giallo avvolge Chiara Ferragni. Il soggiorno dello scorso weekend in montagna, nella splendida cornice di Mascognaz, in Valle D’Aosta, ha molti punti oscuri. La rivista del Gambero Rosso, la più autorevole casa editrice italiana di enogastronomia, ha iniziato a indagare sul caso e le ha fatto seguito il Codacons, facendo emergere alcuni dettagli che sollevano qualche perplessità sul soggiorno dell’influencer con i suoi amici. Ad avvalorare le perplessità anche l’improvviso cambio di rotta della struttura, che prima ha sbandierato un tracollo nel sentiment social, a causa dei troppi commenti negativi, poi ha riparato dicendo che però c’è stato un boom di prenotazioni (che però non risulta).
Il pernottamento e la fattura
A precisazione per quanti lamentano accanimento nei confronti di Ferragni, va spiegato perché c’è questa attenzione nei suoi confronti anche su questo caso. L’influencer, pubblicando un inspiegabile post ricco di informazioni, dettagli e smancerie sull’hotel in cui è stata ospite, ha precisato in una storia: “NoAdv“. Essendo lei un personaggio pubblico, o meglio, una “imprenditrice digitale”, come ha sempre amato definirsi, il dubbio che quella possa essere una sponsorizzazione come tante ce ne sono sempre state è lecito, soprattutto per le modalità con le quali è stata realizzata la comunicazione da quella struttura. Se lei dichiara “NoAdv”, significa che quei contenuti sono a titolo del tutto gratuito, quasi un atto di beneficenza da parte di Ferragni, che avrebbe deciso di concedere una enorme platea a una struttura senza che questa abbia pagato alcun compenso.
Ma se dietro ci fosse un’altra formula di promozione? Per esempio il “supplied“, ossia un soggiorno gratuito presso la struttura in cambio di visibilità social. Anche questo andrebbe dichiarato ma Ferragni da nessuna parte lo ha specificato. Pertanto, basandosi sugli obblighi e i doveri di chi pubblicizza, in qualunque modo, un prodotto online, lo “spottone” all’hotel è stato un regalo dell’influencer.
Per avvalorare questa ricostruzione, la struttura ha spazzato via ogni dubbio con una dichiarazione ferma e decisa, riportata dal Gambero Rosso che ha parlato con una persona che lavora presso la struttura: “La signora ha pagato e abbiamo la relativa fattura“, “La Chiara ha pagato regolarmente“. Fattura della quale il Codacons ora chiede conto per effettuare le verifiche: “Abbiamo deciso di presentare una istanza d’accesso all’Hotellerie de Mascognaz, affinché fornisca i documenti circa il pagamento del soggiorno da parte della Ferragni, per capire la natura dei rapporti tra l’influencer e l’hotel e quale tariffa sia stata applicata all’imprenditrice digitale per i servizi fruiti“.
Il Gambero Rosso, successivamente a questa nota del Codacons, ha ricontattato la struttura ma hanno negato categoricamente qualunque dimostrazione di pagamento da parte dell’influencer: “I portavoce della struttura valdostana dicono invece al nostro Luca Fazzo che non avrebbero potuto mostrarci le fatture per ‘questioni di privacy‘. Anche se da Champoluc ci avevano già detto che l’influencer aveva pagato“.
Le prenotazioni
Il secondo giallo riguarda le prenotazioni. Quello che viene fatto passare come “regalo” di Chiara Ferragni, ossia una pubblicità gratuita sul suo profilo Instagram, avrebbe portato a un picco di prenotazioni nell’hotel valdostano, oltre a un incremento straordinario di follower. Se per la seconda fattispecie a parlare sono i numeri del profilo Instagram della struttura, per la prima i dubbi sono tanti e a sollevarli è il Codacons. Lo scorso 1 febbraio, l’associazione dei consumatori ha fatto un semplicissimo controllo sui principali siti di pernottamento online e sul sito della struttura, non trovando corrispondenze con quanto dichiarato.
“Nonostante la struttura disponga solo di 28 unità abitative, stanze e chalet nelle prossime settimane sono ancora libere e perfettamente prenotabili“, spiega il Codacons, sottolineando che ci siano ampie finestre di disponibilità per la struttura. Ed è il periodo di San Valentino che lascia stupiti, perché, sottolinea l’associazione, ci sono “camere disponibili anche il 9-10 febbraio, e l’intero periodo che va dal 12 al 16 febbraio“. Disponibilità, prosegue il Codacons, “emergono anche nel periodo che va dal 9 al 22 marzo 2024. Lo stesso sito dell’hotel, nella pagina dedicata alle prenotazioni, conferma la possibilità di acquistare soggiorni nelle prossime settimane“.
Il giallo Courmayeur
Il Gambero Rosso, infine, solleva un’altra anomalia in questo caso. Nell’intervista effettuata in precedenza alla stessa testata, la persona che lavora presso l’hotel aveva raccontato com’era nato il soggiorno di Ferragni presso la struttura: “Ci ha chiamati la direttrice di un albergo di Courmayeur chiedendoci se poteva farci piacere che la Chiara venisse a trascorrere un weekend a Champoluc. Certo che ci fa piacere, abbiamo risposto. Ripeto, qui possono venire tutti, anche il barbone milanese“. Tralasciando l’infelice “accoglienza” per il “barbone milanese”, lo stesso Gambero Rosso, riportando l’intervista della persona, specificava: “Non lo citiamo (l’hotel che avrebbe chiamato la struttura di Champoluc, ndr) perché la struttura nega la circostanza“.
Eppure, spiegano dal Gambero Rosso, “la manager di Mascognaz ci rivela di aver ricevuto la chiamata dalla direttrice del […] di Courmayeur, mentre i portavoce delle due strutture smentiscono assolutamente la cosa. E, pur essendo i ‘pr’ di entrambe le strutture e pur parlando di un personaggio così esposto come Chiara Ferragni, sostengono di aver ‘proposto solo in amicizia‘ la possibilità di soggiornare a Champoluc per l’influencer e i suoi due bimbi“.
I dubbi del Gambero Rosso
Davanti a questi elementi discordanti, il Gambero Rosso si pone alcune domande: “Ferragni stava lavorando e onorando un ‘contratto’ di sponsorizzazione? O era una semplice villeggiante? Ovvero: ha pagato un prezzo pieno per la suite? O ha avuto un largo ‘sconto’ equivalente dunque a un ‘regalo’? Poi: se lei ha davvero pagato (ma quanto?) non ha poi ricevuto nessun ‘compenso’ per il suo spoileraggio?“. Il Codacons andrà sicuramente a fondo della questione alla ricerca delle risposte a queste domande. E non si tratta di accanimento, bensì di capire in che modo un personaggio pubblico, con una influenza così enorme a livello mondiale, gestisca uno strumento potenzialmente fortissimo per la manipolazione delle volontà del pubblico.