Supportare la transizione energetica significa premiare non solo l’acquisto delle auto elettriche, quelle fatte passare a zero emissioni (se si considera l’intero ciclo di vita la musica infatti cambia), ma anche quelle con motorizzazioni tradizionali virtuose, le più accessibili e gradite dal mercato italiano come risulta dalle immatricolazioni. È su queste basi che il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha presentato il nuovo piano incentivi. Rimane ancora da capire quando saranno pienamente operativi.
I listini delle auto elettriche, del resto, restano sempre fuori portata per la maggior parte del mercato. A Mirafiori, in proposito, nasce la Fiat 500 a batteria, per ora unico modello del genere prodotto in Italia. L’auspicio è che l’avvio delle vendite negli Usa assicuri una vitale spinta alla fabbrica torinese, che Carlos Tavares, ad di Stellantis, ha dichiarato a rischio. L’apatia italiana all’elettrico, infatti, è emersa anche dai dati di gennaio. Tornando agli incentivi, il contributo massimo di 13.750 euro, sarà riservato a chi acquista un’elettrica, rottamando il veicolo da Euro 3 in giù, quindi vecchissimo. C’è da chiedersi se una persona con un Isee sotto i 30mila euro, che per anni e anni ha viaggiato su una vecchia macchina, magari nelle zone più svantaggiate del Paese, possa puntare su questa offerta oppure cerchi qualcosa di più abitudinario tra un usato Euro 6 conveniente (20 milioni stanziati e bonus fino a 3mila euro, ma solo con la rottamazione del vecchio mezzo fino a Euro 4) o il «noleggio sociale» a lungo termine (50 milioni e modalità da definire).
Il ministro Adolfo Urso ha di fatto messo sulla stesso piano la sostenibilità ambientale e quella sociale, cercando di dare un forte impulso, grazie allo stanziamento di 950 milioni di euro, allo svecchiamento del parco circolante italiano, tra i più vetusti d’Europa, che di anno in anno diventa sempre più inquinante e meno sicuro. Quindi, un aiuto concreto alle persone meno abbienti, ma anche l’ampliamento del programma alle flotte aziendali, ai settori Taxi e Noleggio con conducente, come sollecitato dalle associazioni di categoria. L’assegnazione di 403 milioni in sostegni, la fetta più grande, va a chi acquista una vettura con motorizzazione tradizionale (emissioni tra 61 e 135 g/km di CO2), cioè nella stessa direzione del mercato, favorendo il ricambio del veicolo e accelerando la «pulizia» del parco. Al ministero, inoltre, si sta valutando anche un aiuto a coloro che vogliono convertire la propria macchina a Gpl e gas naturale. Per le vetture elettriche e ibride ricaricabili (0-20 e 21-60 g/km di CO2) il portafoglio ecobonus, rispettivamente, è di 240 e 150 milioni, con premi più consistenti in caso di rottamazione.