Figuraccia del sindaco. Il giudice smaschera gli anarchici violenti

Figuraccia del sindaco. Il giudice smaschera gli anarchici violenti

Mentre il sindaco dem Stefano Lo Russo rivendicava l’opera di legalizzazione di Askatasuna, la Digos di Torino eseguiva dodici misure cautelari ai danni di alcuni militanti dello stesso centro sociale, indagati per resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e lancio di oggetti. È la legge del contrappasso, quella che incrina decisioni politiche ambigue e rischiose. Come quella della sinistra che, dopo quasi 30 anni di occupazione abusiva, offre una sorta di uscita di sicurezza dall’illegalità. E lo fa agli appartenenti a quella che è stata definita dalle toghe un’associazione a delinquere, che ha operato in Val Susa una «strategia della tensione», che punta a mettere in atto la lotta armata e che si è schierata contro il 41bis. Ma per il dem Lo Russo va ricondotto il tutto in un’opera meritoria di dialogo e ascolto e di «bene comune» al punto che ha ventilato l’ipotesi che quella della Digos fosse un’operazione a orologeria (guarda caso la stessa teoria espressa da Askatasuna) e ha accusato di strumentalizzazione politica della vicenda. «Il nostro è un percorso che prescinde dalle azioni di contrasto messe in campo dalla magistratura e ribadisco la totale e ferma condanna di qualunque atto violento e l’esigenza di perseguire chi ha commesso reati – ha dichiarato il sindaco -. Il ragionamento che abbiamo impostato sull’immobile di corso Regina prescinde da questa dimensione e ha due caratteristiche indispensabili per poter partire: che l’immobile deve essere rilasciato alla città libero, quindi non più occupato da persone, e che si possa essere certi che non venga più utilizzato per fini o scopi che possono mettere a rischio l’incolumità delle persone».

Intenzioni e parole che però non hanno convinto. Ieri alcuni cittadini uniti ai rappresentanti politici del centrodestra hanno espresso sotto il Comune la loro rabbia al grido di: «Meno okkupazioni, più occupati».

Tranchant il commento di Ferrante De Benedictis, consigliere di FdI Comune di Torino: «Un centro sociale che ha fatto della violenza un’arma di lotta politica e la giunta di (centro)-sinistra cosa fa? Legalizza Askatasuna trasformandola in paladina delle battaglie antifasciste e antisessiste. Se fosse ancora necessario, l’ennesima prova che l’antifascismo in assenza di fascismo diventa il passe-partout che giustifica anche le violenze».

Il sottosegretario agli Interni Molteni ha spiegato che è «inaccettabile» che venga premiato chi aggredisce gli agenti. Ma i più furiosi sono i sindacati di polizia: Sap, Siulp e Fsp. D’altronde sono proprio i poliziotti quelli in prima linea, quelli che da anni fronteggiano sputi, insulti e violenze. «Quando andiamo in strada non sappiamo come e se torneremo, così si calpesta la nostra dignità», rivela al Giornale un agente. Gli fa eco un collega: «La nostra divisa, in questo modo, viene insultata due volte. Siamo stati colpiti con pietre, bastoni, ordigni esplosivi, ma regna sempre l’impunità». E il tutto avviene mentre ci sono ancora due inchieste in pieno svolgimento su Askatasuna e un maxi-processo per associazione per delinquere.

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