“Errore 404”. È questa la risposta che appare quando si apre la pagina “Chiara Ferragni x Pigna” sul sito della nota società cartiera italiana, una delle più importanti a livello nazionale ed europeo. Tra l’azienda di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, e l’influencer cremonese in passato era stato stipulato un accordo per la vendita di prodotti di cancelleria brandizzati con l’ormai noto “occhio” che caratterizza il marchio di Ferragni. Penne, quaderni, matite, diari e chi più ne ha più ne metta hanno invaso i reparti dedicati alla scuola per diversi anni, con prezzi maggiorati per il solo fatto di recare stampigliato il brand di moda.
Ora, però, la sezione dedicata all’influencer è scomparsa dal sito Pigna. O meglio, continua a esserci il collegamento che, però, porta a una pagina vuota, rimossa. La domanda che ci si pone è naturalmente una: perché? È possibile che la società bergamasca abbia deciso di sospendere l’accordo commerciale con Ferragni a seguito delle vicissitudini giudiziarie che la vedono coinvolta? Meno di un mese fa, l’azienda rilasciò comunicato per replicare a chi chiedeva quali fossero le sue intenzioni, senza però fornire una vera risposta ma parlando vagamente di una collaborazione lunga “diversi anni, avendo avuto modo di apprezzarne le doti umane e imprenditoriali”. Pigna, quindi, aggiunse che “la nostra leadership e il nostro stile aziendale ci portano a guardare verso il futuro,con l’auspicio che l’attuale non facile contesto possa essere superato”. Che ora quel futuro non preveda più la presenza di Ferragni?
Il dubbio è lecito, considerando anche che l’influencer è indagata per truffa aggravata da minorata difesa dalla procura di Milano per diverse operazioni benefiche poco chiare e che, proprio in ragione di questo, diverse aziende hanno già chiuso le collaborazioni. La prima è stata Safilo, non appena l’Antitrust ha annunciato la sanzione di oltre un milione di euro per il caso Balocco. Poi, ufficialmente, è stata la volta di Coca-Cola e Pantene. Altre, come Nespresso e Monnalisa, starebbero ancora valutando il da farsi. Al momento in cui è stato scritto questo articolo, Pigna non ha ancora risposto a una mail inviata all’indirizzo riconducibile all’azienda per la richiesta di informazioni ma, alcuni riscontri raccolti nel frattempo da il Giornale, avvalorano l’ipotesi di una sospensione della collaborazione da parte dell’azienda bergamasca..
I prodotti Pigna continuano comunque a essere presenti nello store del brand di Chiara Ferragni che, nel caso il contratto sia stato sospeso dall’azienda, è probabile che continuerà a vendere i gadget fino a esaurimento scorte. L’influencer sembra aver perso il suo “tocco magico” e, come spiegano gli esperti, in gergo è diventata “radioattiva”, cioè causa ai brand più danni che benefici. Ne è un esempio il nuovo fronte aperto dopo la sua vacanza in montagna in Val D’Aosta: il Codacons, anche in questo caso, ha fatto notare come per la struttura che l’ha ospitata (dietro regolare fattura evasa dall’influencer) siano stati più i commenti negativi che le prenotazioni che, effettivamente, sono arrivate.