Continua la tempesta di fuoco in Ucraina. Il governatore filorusso dell’oblast’ di Luhansk Leonid Pasechnik ha dichiarato che le forze di Kiev hanno bombardato una panetteria di Lisichansk. Secondo il comando militare della regione, il bilancio è di due morti e sei feriti ricoverati in ospedale, le cui condizioni sono al momento ignote.
L’agenzia di stampa Tass ha inoltre riferito che vi sarebbero fino a 40 civili sotto le macerie. L’attacco è avvenuto meno di due settimane dopo la strage del mercato di Donetsk, capoluogo dell’omonimo oblast’ dove sono morte 25 persone a seguito di quello che le autorità della Federazione hanno descritto come “un barbaro attacco terroristico effettuato con le armi fornite dall’Occidente”. In quell’occasione Denis Pushilin, il governatore nominato da Mosca, ha affermato che gli ucraini hanno utilizzato proiettili di artiglieria 155 e 152 millimetri.
Da parte loro, i russi hanno lanciato contro le città del Paese invaso 14 droni Shahed di fabbricazione iraniana durante la notte tra il 2 e il 3 febbraio. L’aviazione di Kiev ha riferito di averne distrutti nove. I velivoli senza pilota si sono abbattuti sulle regioni di Dnepropetrovsk, Odessa, Mykolaiv e Zhytomyr. L’esercito di Vladimir Putin ha attaccato anche con due missili X-59, vettori aria-superficie di fabbricazione sovietica partiti dalla regione di Belgorod, che le forze ucraine non sono riuscite a intercettare.
Sempre nelle ore notturne, Kiev è passata all’offensiva e ha colpito in profondità nel territorio della Federazione. Il governatore della regione di Volgograd, Andrei Bocharov, ha accusato le forze del Paese di aver assalito con alcuni droni un’importante raffineria, scatenando un incendio. “La scorsa notte, la difesa aerea e i sistemi elettronici hanno respinto un attacco con droni nei distretti di Kalachyovsky e Zakanalye della regione di Volgograd”, ha affermato il politico russo. “Un incendio è scoppiato nella raffineria di Volgograd dopo la caduta di uno dei droni abbattuti”. Il rogo sarebbe stato domato dai vigili del fuoco. Poco più di una settimana prima, un altro impianto petrolifero è stato il bersaglio di un blitz di Kiev, orchestrato e portato a termine dai dall’Sbu. La struttura, localizzata vicina alla città di Tuapse, produceva circa 240mila barili al giorno. Si può ipotizzare che anche dietro a questo nuovo attacco vi sia la lunga mano dei servizi segreti ucraini, che nel corso del conflitto hanno più volte condotto operazioni nei territori della Federazione e nella Crimea occupata.