Biden-Trump, guerra di soldi (e insulti)

Biden-Trump, guerra di soldi (e insulti)

«La politica è diventata così costosa che ci vogliono un sacco di soldi anche per farsi sconfiggere». Quando il comico Will Rogers fece la sua celebre battuta, entrata nel lessico politico, erano gli anni ’30 del secolo scorso. Da allora, la politica Usa ha continuato a bruciare miliardi. Un dato su tutti ci ricorda quanto profetico fu Rogers: per le elezioni 2020 (Casa Bianca e Congresso) vennero spesi nel complesso 14,4 miliardi di dollari, di cui 5,7 miliardi solamente per la sfida presidenziale.

Un record che con tutta probabilità verrà superato quest’anno. Più che una battaglia di idee, le sfide elettorali sono ormai battaglie di soldi per fare arrivare le idee sugli schermi tv e nella testa degli elettori.

I report finanziari delle campagne presidenziali, appena consegnati alla Federal Electoral Commission (Fec), ci danno un’idea chiara di quali saranno le prospettive dei due grandi rivali, Joe Biden e Donald Trump. Il carisma del tycoon e la devozione della sua base elettorale «Maga» non riescono a stare al passo con la macchina da guerra Democratica di Biden.

Il presidente in carica ha raccolto 33 milioni di dollari solamente nel quarto trimestre 2023. Sommando le donazioni ottenute dai vari Pac (Political Action Committee) che lo sostengono con quelle del Democratic National Committee si arriva a 97 milioni di dollari nei soli tre mesi dello scorso anno. Nello stesso periodo, i Pac trumpiani hanno raccolto 19 milioni di dollari. Secondo i dati, i due principali candidati, Biden e Trump, iniziano il 2024 avendo in cassa, rispettivamente, 46 milioni e 33 milioni di dollari.

Ma a pesare sulle finanze del tycoon – che deve gran parte dei suoi fondi elettorali alla generosità di piccoli donatori – sono le astronomiche spese legali. Per affrontare i quattro procedimenti penali e le altre cause civili Trump ha speso nel 2023 la bellezza di 55,6 milioni di dollari, di cui quasi 30 milioni solamente nella seconda metà dell’anno. Spese che sono destinate ad aumentare, considerando che proprio quest’anno i guai legali dell’ex presidente entreranno nel vivo dei processi.

Al contrario del tycoon, inoltre, Biden non ha dovuto finora – e non dovrà – spendere ingenti risorse nella battaglia delle primarie. L’unico sfidante di rilievo del presidente è il deputato del Minnesota Dean Phillips, che ha raccolto 5 milioni e ne ha già bruciati 4,5 in Iowa e New Hampshire. L’ostinazione di Nikki Haley a rimanere in corsa per la nomination repubblicana costringe invece Trump a spendere soldi che preferirebbe conservare in vista del big rematch di novembre. Da parte sua, Haley ha raccolto negli ultimi tre mesi dello scorso anno oltre 17 milioni di dollari e attualmente ha in cassa 14,1 milioni in vista delle primarie decisive del South Carolina.

Da qui a novembre sarà una sfida all’ultimo dollaro. E anche all’ultimo insulto, stando a quanto ha rivelato Politico sugli appellativi con cui il «mite» Biden risponde (in privato) ai nomignoli che gli ha affibbiato Trump. L’ex presidente, si è lasciato andare Sleepy Joe con i suoi collaboratori, è «un fottuto malato di mente» e «uno stronzo».

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