Ilaria Salis è una martire?

Ilaria Salis è una martire?

Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l’altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori “l’altro”. Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Premessa: le immagini di Ilaria Salis incatenata mani e piedi come un animale legato in tribunale fanno ribrezzo. Solo per queste ragioni lo Stato deve reagire, il governo deve attivarsi. E lo sta facendo. Chi polemizza contro l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni specula, anche sul dramma vissuto dalla signora Salis. Le catene, però, non devono distoglierci da quanto accaduto in Italia e all’estero, in Ungheria. Ilaria Salis, a dire di chi la accusa, si sarebbe macchiata di un’aggressione ai danni di un gruppo di neonazisti e questo (se vero) non può essere giustificato.

Ma in questa puntata non intendiamo fare un processo alla maestra italiana trattenuta fuori dai confini nazionali. Il garantismo è d’obbligo ma la politica si interroga: “Può Ilaria Salis continuare ad insegnare nelle nostre scuole? Per la Lega di Salvini no, va radiata”. A dircelo è il deputato Rossano Sasso. “Non puoi fare l’insegnante di mattina e di pomeriggio andare a fare i cortei violenti, bisogna allontanarla. Il mestiere dell’educatore, dell’insegnante è un lavoro importante”.

*ASCOLTA IL PODCAST E LE REAZIONI DEI PARLAMENTARI*

Nella stessa maggioranza le opinioni sono diverse. Per Raffaele Nevi, Forza Italia, bisogna essere cauti: “La nostra impostazione garantista non cambia se c’è qualcuno che politicamente la pensa in modo diverso da noi. Ci auguriamo che torni presto a casa”. Dario Damiani, senatore azzurro ha le idee chiare: “Il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani è già al lavoro ed è stato chiaro. Certo, è assurdo che venga portata in tribunale legata mani e piedi però concordo sul fatto che bisognerebbe aprire una riflessione sul suo ruolo da insegnante di una scuola elementare. Un conto è l’espressione del dissenso verbale, un altro è partecipare ad azioni violente”.

La cosa che colpisce, però, è il giustizialismo dei grillini che, da un lato invocano il garantismo per Ilaria Salis e, dall’altro, impugnano la forca per chi solleva qualche dubbio. Un cortocircuito bello e buono! Dopo le affermazioni di Rossano Sasso, infatti, il gruppo pentastellato guidato dall’avvocato Conte ha chiesto che il deputato Sasso (democraticamente eletto) venga “allontanato dalle istituzioni” poiché “un personaggio così squallido non può fare il parlamentare”. Tutti vogliono allontanare tutti. Forse alla fine è meglio ragionare “cum granu Salis”. “Mi dispiace per i miei colleghi del Movimento 5 stelle, se vogliono posso dargli qualche ripetizione di diritto costituzionale. In materia sono ignoranti, si fidi!” Chiosa Sasso.

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