Sembrava un amore destinato a restare platonico.
Di quelli consumati a distanza tra sguardi complici e parole sussurrate. Lewis Hamilton e la Ferrari avevano flirtato per anni, senza mai trovare il coraggio di percorrere una strada mano nella mano, di arrivare a darsi un bacio. Una storia quasi romantica in un mondo basato soprattutto sui soldi. Invece, quando sembravano destinati a non incontrarsi mai come due rette parallele, ecco l’annuncio ufficiale dopo lo scoop del Corriere della Sera che in mattinata aveva risvegliato il mondo addormentato della Formula 1. Il re sposa la regina. Il pilota più vincente della storia si unisce alla scuderia più vincente. Nozze reali. Forse di più. Banchetti da divinità. Contratto pluriennale dal 2025. Pare un 2+1.
Diventerà vecchio. «Prendere la decisione di andarmene è stata una delle decisioni più difficili che abbia mai dovuto prendere – ha detto Lewis -. Ma è giunto il momento per me di fare questo passo e sono entusiasta di affrontare una nuova sfida». Il tutto quando il tempo sembrava ormai scaduto. La Ferrari aveva appena annunciato un legame praticamente a vita con Leclerc, Hamilton qualche mese prima aveva firmato un biennale con la Mercedes che avrebbe dovuto incatenarlo alla Stella fino al 2025. Invece c’era una scappatoia, una via di fuga a fine 2024. Lewis non l’ha imboccata per andare in pensione, ma per tradire la Mercedes con cui ha vinto sei dei suoi sette titoli mondiali. Toto Wolff non si è arrabbiato. Di più. Non se l’aspettava più.
Invece ieri ha dovuto radunare la squadra per annunciare il tradimento. Non se l’aspettava più nessuno a dire il vero. Bisogna fare i complimenti a John Elkann che non potremo più chiamare “presidente assente”. Hamilton è sempre stato un suo pallino.
Si erano incontrati e si erano piaciuti anni fa. Hanno tanto in comune a cominciare dalla passione per la moda eccentrica che Lewis sfoggia con disinvoltura e il presidente un po’ meno. La Ferrari lo ha convinto con la sua storia unica, ma anche con il suo futuro fatto di sostenibilità, life style, carbon neutrality, macchina elettrica. Manca solo il cibo vegano, ma non si sa mai. Lewis è da anni un cliente di Maranello, ha almeno un paio di supercar in garage in giro per il mondo.
Adesso gli faranno lo sconto.
È una scelta coraggiosa, ma anche rischiosa. Per Lewis e per la Ferrari. Ingaggiare quello che è stato il miglior pilota del mondo, ma che a gennaio compirà 40 anni, non assicura la vittoria. Potrebbe essere un po’ come rispondere oggi a Sharon Stone su Tinder. Con dieci, vent’anni di ritardo. Fernando Alonso ci dimostra che anche a 42 anni in Formula 1 si può essere competitivi. Certo. Ma per essere sicuri di vincere era meglio ingaggiare Adrian Newey, il mago degli ingegneri. Il problema della Ferrari non erano i piloti. Ce lo hanno sempre raccontato loro. E siamo d’accordo anche noi. Adesso però ci si ritroverà con un 2024 da separati in casa con Sainz a Maranello e Lewis ancora in Mercedes. Segreti da custodire e proteggere, fortunatamente in un 2024 che sarà ancora un anno interlocutorio in vista della rivoluzione regolamentare del 2026. E come si sentirà Leclerc, l’uomo del futuro, a trovarsi di fianco un monumento come Lewis? Ha 12 anni in meno, sarà convinto di poterlo battere, ma capirete anche voi che una cosa è avere un compagno come Sainz, un’altra un pilota che ha vinto 7 mondiali e 103 gare. Lewis porterà tanta conoscenza del mondo Mercedes che frequenta da 12 anni e potrebbe essere anche la calamita per tanti tecnici oggi poco attratti dal progetto Ferrari, gestito da Vasseur che invece è stato fondamentale nell’operazione Hamilton, visto Lewis aveva cominciato a vincere con lui in Formula 2.