Quelle catene con le quali Ilaria Salis è apparsa in aula a Budapest hanno indignato l’Italia. E la politica, salvo qualche distinguo, si è espressa in modo univoco, mentre ieri davanti all’ambasciata ungherese a Roma è apparso un murales di Ilaria che spezza le catene. E le mosse del governo italiano che «ha fatto tutto ciò che serviva per garantire il rispetto delle norme Ue sul trattamento dei detenuti», ha spiegato ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani – hanno smosso le acque. Ieri la maestra ha finalmente potuto incontrare i genitori in carcere, e l’incontro tra l’ambasciatore italiano e il ministro della giustizia ungherese di martedì ha fatto sì, come ha rivelato il titolare della Farnesina ospite di Bruno Vespa a «Cinque minuti», che il procuratore generale ungherese si sia interessato della vicenda, andando «in carcere per verificare le condizioni» di Ilaria. Il punto, adesso, è trovare una strategia per mettere fine alla difficile situazione della 39enne, detenuta in attesa di giudizio da 11 mesi in Ungheria, riportandola in Italia. Ma, come ha spiegato ancora Tajani, l’estradizione «è impossibile perché lei non ha commesso reati in Italia. Però può essere espulsa dall’Ungheria in caso di condanna, oppure se l’autorità giudiziaria decide di metterla agli arresti domiciliari su richiesta del suo avvocato». Insomma, aggiunge il ministro degli Esteri, «non si può passare dal carcere ungherese ai domiciliari in Italia», mentre, sempre dopo «una richiesta dell’Italia e l’autorizzazione ungherese», dagli arresti domiciliari in Ungheria «si può venire agli arresti domiciliari in Italia». Un’ipotesi già caldeggiata nei giorni scorsi proprio dal legale della maestra monzese, Eugenio Losco (foto). Che, ieri, ha spiegato di stare valutando la presentazione «di un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per violazione del divieto di trattamenti inumani e degradanti».Intanto anche il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, da pochi giorni presieduto da Felice Maurizio d’Ettore, rende noto di aver attivato, anche in sede europea, le procedure di tutela dei diritti umani. Il Garante fa sapere di avere avviato una «interlocuzione formale» su Ilaria Salis con l’omologa Autorità di garanzia ungherese -il Commissario per i diritti fondamentali per «monitorare congiuntamente le sue condizioni». Lo stesso avvocato ha mostrato ottimismo per gli effetti dell’attenzione mediatica sul caso della sua assistita. Ieri sera, sul Tg La7, sono emerse le immagini della lettera, di mesi fa, in cui Salis denuncia le sue condizioni carcerarie, tra cui l’esistenza di una sola ora d’aria su ventiquattro.