Sale la polemica a seguito della delibera del Comune di Torino di «istituzionalizzare» il centro sociale Askatasuna, inserendolo nella lista dei beni comuni.
Uno stratagemma per regolarizzare l’occupazione dello stabile di proprietà del Comune e da 28 anni in mano agli irregolari. Il ministro Piantedosi, nel corso del question-time alla Camera, ha informato di aver chiesto approfondimenti ma ha sottolineato che l’iniziativa «non possa e non debba costituire, in alcun modo, una sorta di legittimazione, o addirittura di premio, per l’operato di un centro sociale che si è distinto negli anni per l’esercizio della violenza». Augusta Montaruli (Fdi) sta promuovendo un referendum contro la delibera della giunta: «Appare oggi evidente quello che abbiamo sempre sospettato: nella sigla Autonomia Contropotere sbandierata da questi finti ribelli non c’è mai stata alcuna autonomia. Sono sempre stati con il potere, quel potere che oggi consente questo scempio di delibera».
Askatasuna è noto per essere uno dei centri sociali più violenti del Paese, ogni manifestazione per loro rappresenta una buona occasione per infiltrarsi e creare scontri con le forze dell’ordine. Sono ovunque possano creare guerriglia a discapito delle forze dell’ordine. E sono proprio loro, i poliziotti, ad alzare ora la voce contro il progetto del sindaco Lo Russo, perché non si sentono rispettati nel loro ruolo. «Quando vi sono scontri al di fuori del territorio di Torino spesso si registra la presenza e la partecipazione di soggetti provenienti proprio da questa realtà, come ad esempio è accaduto alla manifestazione nei pressi dei padiglioni di Vicenzaoro», sottolinea Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato Sap della Polizia di Stato. Una presenza costante che il più delle volte trasforma le manifestazioni in guerriglia, come dimostra il caso del cantiere Tav, presidiato giorno e notte ogni giorno dell’anno, «che durante l’estate, solitamente nei weekend, diventa terreno di scontri».
Stupisce il progetto del Comune davanti alla chiara matrice dei soggetti che frequentano lo stabile occupato, anche alla luce della pronuncia della Cassazione, che «in occasione della conferma di misure cautelari, ha riconosciuto l’associazione a delinquere». Ed esprime la sua rabbia anche Luca Pantanella, segretario torinese della Fsp segretario degli agenti di Polizia: ogni manifestazione – dice – «per loro è un’occasione per giocare alla guerriglia contro le forze dell’ordine».
Le modalità di scontro con le forze dell’ordine da parte di questi soggetti sono sempre le stesse. «Innanzitutto gli scudi davanti a protezione dei manifestanti, non manca poi il lancio di oggetti e, spesso, partecipano alle manifestazioni anche con oggetti contundenti, tra cui bastoni e mazze», spiega Paoloni. Istituzionalizzare questi personaggi è un vero e proprio affronto agli uomini e alle donne che rischiano la vita nella sicurezza e nell’ordine pubblico. «Fsp riterrà personalmente responsabile il professor Stefano Lo Russo di qualsivoglia oltraggio fisico e materiale dovesse nuovamente interessare forze dell’ordine e cittadini nel caso di altri scontri con gli esponenti dei centri sociali torinesi, oggi nuovi protetti del Sindaco» conclude Pantanella.