È stato approvato alla Camera senza modifiche il decreto Superbonus con 140 voti favorevoli, 92 contrari e 15 astenuti, i deputati di Italia Viva e Azione. Ora il provvedimento, che non prevede proroghe alla misura che ha fatto ballare i conti dello Stato, passa al Senato per essere convertito entro il 27 febbraio.
Di fatto il bonus 110% resta per i lavori certificati entro dicembre 2023. Per tutti gli altri dal primo gennaio la detrazione passa al 70%. Il governo ha introdotto un sostegno per i cittadini a basso reddito, sotto i 15mila euro, per tamponare la riduzione del sussidio nel 2024: viene consentita la conclusione dei cantieri al 110% a coloro che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori di almeno il 60% al 31 dicembre 2023.
Vengono poi ulteriormente limitate le deroghe al divieto di cessione del credito nelle ipotesi di demolizione e ricostruzione di edifici ed è previsto un obbligo di assicurazione contro il rischio sismico per i contribuenti che abbiano fruito del Superbonus nei comuni colpiti da eventi sismici dall’aprile 2009. Non ci può essere la cessione del credito nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione in zone sismiche per i quali non sia stato richiesto il titolo abilitativo alla data di entrata in vigore del decreto. Contro le truffe si limitano gli interventi sottoposti all’agevolazione. Vengono previsti quindi controlli più capillari affinché l’agevolazione vada soltanto per gli edifici effettivamente danneggiati da eventi sismici.
Quanto ai lavori sulle barriere architettoniche, sarà necessaria un’apposita asseverazione per il rispetto dei requisiti, a garanzia che i lavori vengano effettivamente realizzati per abbatterle. Dal primo gennaio 2024, la cessione del credito è consentita per le parti comuni dei condomini con uso abitativo e alle persone fisiche con redditi inferiori a 15mila euro. Il limite del reddito non si applica alle persone con disabilità.
Per Forza Italia si doveva «fermare un veicolo che altrimenti avrebbe avuto come fine corsa il salto nel vuoto da un precipizio. Questa era l’unica soluzione possibile. Se avessimo avuto una bacchetta magica l’avremmo certamente usata per consentire a chiunque lo volesse di utilizzare il Superbonus senza ricadute sui conti pubblici», ha detto l’azzurro Francesco Maria Rubano. Ma «le bacchette magiche non esistono» e «Forza Italia, la maggioranza e il governo hanno avuto il coraggio di fare delle scelte assumendosene tutte le responsabilità». Il Pd attacca: «Ci sono almeno 350 mila famiglie coinvolte, per un valore di lavori pari a 10 miliardi. Bene, a fronte di questo enorme buco, la risposta del governo è stata istituire un fondo da 16 milioni di euro». Fdi ricorda che «è finita la stagione del tutto gratis» e che il bonus ha lasciato una zavorra da «150 miliardi che graveranno sul bilancio dello Stato».