È ripresa nella tarda mattinata di mercoledì 1 febbraio e si è conclusa nel pomeriggio l’udienza a porte chiuse di Silvia, la studentessa italo-norvegese che nel 2019 denunciò Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, e i suoi amici suoi tre amici genovesi, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria per violenza sessuale. Anche oggi, come ieri, la ragazza ha risposto alle domande delle difese protetta da un drappo nero. Le prossime udienze sono state fissate per il 7 e l’8 marzo, quando verranno sentiti la sorella della giovane, una sua amica norvegese e il padre dell’altra presunta vittima, Roberta, anche lei parte civile nel processo per stupro di gruppo a carico dei quattro imputati.
Silvia esce più volte dall’aula
Nell’udienza di oggi c’è stato il controesame da parte dell’avvocato Mariano Mameli, che difende Edoardo Capitta. Il legale ha formulato una decina di domande specifiche sulla notte del presunto stupro a cui la ragazza ha risposto con alcuni “non ricordo“, lasciando più volte l’aula per crolli emotivi. “Sono stati momenti emotivamente forti di cui ha dato segno la persona offesa ma si é trattato di momenti fisiologici, nel senso che non ho annoverato momenti di tensione oltre il tollerabile. – ha spiegato ai cronisti l’avvocato Mameli uscendo dal Tribunale di Tempio Pausania – Non ci sono state domande che travalicassero il limite della normale rappresentazione di quanto accaduto e ridimensionerei questi normali momenti di emozione“. Dopodiché la parola è passata al procuratore Gregorio Capasso, che ha chiesto alla giovane quale fosse il suo stato fisico e se avesse bevuto quella sera. “Sul contenuto dell’udienza non posso dire nulla, posso confermare che é finito il nostro esame della testimone, sempre nel rispetto delle persone e dei rispettivi ruoli“, ha detto Capasso al termine dell’udienza.
Il video choc
Nell’udienza di mercoledì mattina la ragazza si è sottoposta al controinterrogatorio delle difese di Corsiglia e Lauria. L’avvocato Giulia Bongiorno, legale della giovane, ha chiesto e ottenuto che l’assistita fosse protetta da un drappo nero durante la deposizione. Bongiorno ha segnalato al presidente del collegio giudicante un peggioramento delle condizioni psicologiche di Silvia, sottolineando che in quattro udienze alla teste sono state fatte oltre 1400 domande. Sempre ieri sono stati proiettati alcuni spezzoni del video relativo al presunto stupro – agli atti del processo ci sono altri due filmati – e la 23enne ha lasciato l’aula, salvo poi rientrarvi poco dopo per terminare il controesame.
La vicenda
I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella residenza estiva della famiglia Grillo in Costa Smeralda (Sardegna). Silvia e l’amica Roberta avevano conosciuto Ciro Grillo e gli amici genovesi in un noto locale dell’isola. Al termine della serata, durante la quale erano stati consumati diversi drink, le due studentesse avevano seguito la comitiva di ragazzi nell’appartamento a Cala di Volpe. Su quanto accaduto nelle ore successive ci sono due versioni discordanti. Silvia sostiene che i ragazzi l’avrebbero costretta a bere e di essere stata violentata più di una volta. Gli imputati respingono le accuse, ritenendo che la ragazza fosse consenziente. Pertanto, a dir loro, non ci sarebbe stata alcuna violenza sessuale.