Caso Salis, Meloni: “Governi non entrano nei processi, ma garantire diritti”

Caso Salis, Meloni: "Governi non entrano nei processi, ma garantire diritti"

Dal caso di Ilaria Salis alle politiche europee. Da Bruxelles, Giorgia Meloni ha risposto ai giornalisti sulle più stringenti questioni d’attualità, senza sottrarsi alle inevitabili domande sulla vicenda della 39enne detenuta in Ungheria con l’accusa di aver assalito degli estremisti di destra a Budapest. “Il tema di un’eventuale detenzione (di Ilaria Salis) in Italia va discusso quando sapremo come va il processo. Ho sentito molte parti di dibattito in Italia, ma devo segnalare che a differenza di quello che spesso è stato scritto in Italia anche in Ungheria c’è l’autonomia dei giudici“, ha affermato Meloni. E ancora: “Quello di cui posso parlare oggi con il primo ministro ungherese è che ai nostri connazionali venga garantito un trattamento di dignità, di rispetto e un giusto processo“.

Già nella serata di ieri, il capo del governo italiano e l’omologo ungherese si erano incontrati in via informale e in quel caso era stato lo stesso Orban a confermare che la vicenda di Ilaria Salis fosse emersa nel corso del colloquio. Oggi, di fronte ai giornalisti, Meloni è tornata sul tema. “Mi ha colpito che l’udienza sia stata rinviata a maggio, spero che su questo si possa fare magari qualcosa di più“, ha osservato, ribadendo però una linea di rispetto dei diversi poteri. “Né io né Orban possiamo entrare nel giudizio che compete alla magistratura. Posso solo sperare che Ilaria Salis sia in grado di dimostrare la sua innocenza e la sua estraneità a questa cosiddetta ‘Banda del martello’. Noi come governo garantiamo tutta l’assistenza che dobbiamo“, ha affermato il nostro presidente del consiglio.

Poi l’ulteriore passaggio sulle tanto discusse condizioni detentive dell’insegnante milanese, apparsa in catene al processo celebrato in Ungheria. “Quello che stiamo chiedendo di verificare sul tema delle immagini che abbiamo visto, segnalo che non è un trattamento presumo riservato a questo detenuto, accade in diversi Stati anche occidentali che i detenuti vengano portati così in tribunale. Non è il nostro costume, noi non lo facciamo, sono immagini che da noi chiaramente impattano ma negli altri Stati sovrani e in diversi Stati sovrani funziona così ripeto anche occidentali“, ha affermato Meloni al termine del Consiglio europeo.

Da Bruxelles, poi, il premier ha anche accennato ad altri temi d’attualità. In Consiglio – ha spiegato ai giornalisti – “si è parlato parecchio del vertice Italia Africa, è stata una cosa che ha interessato moltissimo. È stata considerata da tutti una bella pagina di politica estera italiana ed europea. Tutti comprendono che l’Italia, in questo attivismo, comunque è l’interfaccia dell’Europa” con l’Africa “e ci ringraziano per questo lavoro che stiamo facendo e che porteremo anche alla presidenza del G7“. Poi Meloni ha commentato l’esito dell’assemblea odierna, che ha visto l’approvazione del pacchetto di aiuti da 50 miliardi per l’Ucraina anche con il sì dell’Ungheria di Viktor Orban. “Non era facile trovare una soluzione, noi siamo sempre stati convinti che una soluzione a 26 sarebbe stata un precedente pericoloso. Abbiamo lavorato molto per una soluzione a 27 e l’abbiamo portata a casa. Una volta tanto possiamo dirci soddisfatti per come sono andate le cose”, ha dichiarato.

Poi, in riferimento alle proteste degli agricoltori in corso in tutta Europa, Meloni ha commentato: “Si è sbagliato molto in Europa quando si è sostenuta la sostenibilità ecologica senza appoggiare la sostenibilità sociale“. In Italia – ha proseguito – “abbiamo lavorato sull’agrisolare, sui contratti di filiera: abbiamo fatto un lavoro che ci viene riconosciuto dagli agricoltori. In alcuni Paesi d’Europa gli agricoltori protestano perchè non si sono prorogati i sussidi sul gasolio: noi lo abbiamo fatto“. Da qui, l’ulteriore riflessione: “Credo che un cambio di linea” in Europa “ci potrà essere solo dopo le elezioni europee“.

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