“Vietato criticare l’economia”: la muraglia di Xi contro gli analisti

"Vietato criticare l'economia": la muraglia di Xi contro gli analisti

Negli ultimi mesi in Cina sono scomparsi da Internet numerosi commenti di economisti e analisti, sollevando preoccupazioni sul fatto che Pechino starebbe intensificando gli sforzi per eliminare dal web contenuti scomodi riguardanti l’andamento dell’economia nazionale. Un’economia che, soprattutto in seguito alla pandemia di Covid-19, non sta più galoppando allo stesso ritmo degli anni passati e che deve fare i conti con svariate crisi interne, in primis con un barcollante settore immobiliare. Lo ha scritto a chiare lettere il New York Times, che ha dedicato un lungo articolo alla posizione che avrebbe assunto la leadership del Paese nei confronti dei “cinesi che criticano l’economia”.

L’ultima stretta della Cina

In una serie di post pubblicati su WeChat, il mese scorso il Ministero della Sicurezza dello Stato cinese ha chiesto ai cittadini di abbracciare la visione economica del presidente Xi Jinping e di non lasciarsi influenzare da coloro che cercano di “denigrare l’economia cinese” attraverso “false narrazioni”. Per combattere questo rischio, ha quindi sottolineato il ministero, le agenzie di sicurezza si sarebbero concentrate sul “rafforzamento della propaganda economica e della guida dell’opinione pubblica”.

Per il Nyt non ci sono dubbi. Pechino starebbe intensificando la repressione nei confronti degli analisti economici mentre fatica a recuperare il dinamismo degli anni d’oro. Le autorità cinesi avrebbero censurato o cercato di intimidire rinomati economisti, analisti finanziari, banche di investimento e influencer, accusati di diffondere valutazioni ribassiste dell’economia e delle politiche del governo. Inoltre, sempre a detta del quotidiano Usa, non troverebbero più spazio gli articoli relativi a persone che attraversano difficoltà finanziarie o riguardanti gli scarsi standard di vita dei lavoratori migranti.

L’economia del Dragone

Il settore finanziario cinese, hanno evidenziato i media statunitensi, sta lottando per contenere enormi quantità di debito pubblico locale, mentre il mercato azionario vacilla e il settore immobiliare è in crisi. Lo scorso lunedì, ad esempio, è stata ordinata la liquidazione di China Evergrande , l’impresa immobiliare che aveva accumulato un debito di oltre 300 miliardi di dollari.

La nuova campagna informativa, ha chiarito il giornale Usa, è più ampia del consueto lavoro dei censori governativi, che da sempre monitorano attentamente le chiacchiere online sull’economia. I loro sforzi ora si estenderebbero ai commenti economici tradizionali che erano consentiti in passato. Il coinvolgimento delle agenzie di sicurezza sottolinea anche il modo in cui gli interessi economici e commerciali rientrano nella visione sempre più espansiva di Xi su ciò che costituisce una minaccia alla sicurezza nazionale. Nell’ultimo anno, ha quindi concluso il Nyt, la Cina ha preso di mira le società di consulenza con legami con l’estero attraverso raid, detenzioni e arresti. Queste aziende, che hanno aiutato le imprese a valutare gli investimenti nel Paese, sono diventate un danno collaterale nella spinta di Xi a rafforzare la sicurezza nazionale.



Il Financial Times ha intanto scritto che l’attività manifatturiera cinese si è contratta a gennaio per il quarto mese consecutivo, riflettendo il rallentamento della seconda economia mondiale all’inizio dell’anno, nonostante gli sforzi dei politici per aumentare la fiducia nella ripresa. L’indice ufficiale dei responsabili degli acquisti manifatturieri del Paese, pubblicato mercoledì, è stato pari a 49,2 per il mese, in linea con la previsione mediana degli analisti intervistati da Reuters e in miglioramento rispetto alla lettura di 49 di dicembre. Una lettura inferiore a 50 segna una contrazione rispetto al mese precedente. L’indice non manifatturiero, che copre i servizi e l’edilizia, è aumentato di 0,3 punti rispetto al mese precedente a 50,7 – il livello più alto da settembre e indicativo di “espansione costante”, ha affermato l’Ufficio nazionale di statistica (NBS). Tuttavia, gli analisti hanno affermato che i dati mostrano che una recessione immobiliare di lunga durata, una debole domanda di esportazioni e una bassa fiducia degli investitori e dei consumatori continueranno a pesare sull’economia cinese .

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