Salis, pressioni bipartisan. Ma il Carroccio si smarca

"Trattata come una bestia, cimici e topi in cella". Ilaria Salis, il memoriale choc dal carcere

Dopo le immagini di Ilaria Salis incatenata durante l’udienza e l’ondata di indignazione che ne è scaturita, scoppia il caso politico. In attesa di chiarire la sua effettiva presenza nel gruppo di otto persone che ha aggredito due ragazzi di estrema destra (e che come documenta un video ha colpito alle spalle un ragazzo), ad «Agorà» è il padre Roberto ad accusare l’ambasciata italiana: «Gli addetti hanno assistito a 5 udienze, lei aveva sempre le catene come oggi e non hanno sollevato un dito. Lo hanno fatto solo oggi, dopo che ho portato la troupe televisiva».

La Farnesina ha convocato l’incaricato d’Affari della Repubblica di Ungheria chiedendo ufficialmente che a Salis sia accordato «al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione». Tutte le opposizioni hanno chiesto un’informativa della premier Giorgia Meloni. «Il 2 febbraio vedrò il padre di Ilaria, non ho potuto vederlo prima perché partiva per l’Ungheria», annuncia in Aula il presidente del Senato, Ignazio La Russa. «Questa volta mi sembra si sia ecceduto. Sul rispetto della persona non possiamo transigere» dice Antonio Tajani a Radio 1. E poi in audizione in Parlamento definisce i trattamenti riservati alla detenuta «inammissibili e sproporzionati e non in linea con la direttiva comunitaria su detenuti in attesa di giudizio». Tajani ha anche detto che l’avvocato di Ilaria Salis è in costante contatto col ministro della Giustizia Nordio. I cronisti di Askanews riportano poi altre parole di Tajani espresse fuori dalla Camera: «Se vogliamo parlare in punto di diritto Orban non c’entra niente. Il processo non lo decide il governo, la magistratura è indipendente. Noi possiamo far si che ci sia rispetto dei diritti del detenuto».

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, invece, fa sapere di non aver visto le immagini. «Non le ho viste. Non commento cose che non ho visto». Parole che fanno scattare la polemica dell’opposizione. «Probabilmente il ministro si è messo due fette di salame ungherese, visto che non riesce a vedere le violazioni dello Stato di Diritto e dei più basilari diritti dei detenuti da parte del suo amico Orban» scrive il segretario di +Europa Riccardo Magi. Il Pd, invece, accusa Giorgia Meloni di «un silenzio assordante, complice della negazione dei diritti umani di Orban. Preferisce tenere buono l’alleato». E Giuseppe Conte aggiunge: «C’è una nostra connazionale in catene in Ungheria e i nostri patrioti non si sono dimostrati così solerti nei confronti della nostra connazionale».

Dalla Lega arrivano però voci critiche che si soffermano sulle eventualità responsabilità dell’accusata. «Siamo certi che la maestra Ilaria Salis saprà dimostrarsi innocente, ma se fosse colpevole e non vogliamo nemmeno immaginarlo sarà doveroso radiarla dalle graduatorie ministeriali» dice Rossano Sasso. Duro anche Igor Iezzi. «Le immagini non lasciano indifferenti. In Italia siamo abituati alle carezze per Carola Rackete. Ecco, all’estero, invece, può capitare ci sia una impostazione diversa». Per Fratelli d’Italia, invece, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli ricorda che «la civiltà giuridica italiana, al netto del sovraffollamento delle carceri e delle tragiche conseguenze che genera, resta tra le migliori, nonostante gli assurdi richiami della corte di giustizia europea. Dunque ci si schieri tutti con il governo italiano per rimpatriare Ilaria Salis senza strumentalizzazioni politiche».

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