Si chiama Massimo Komarov, detto Janko, il quarto uomo arrestato per l’omicidio di Alexandru Ivan il 14enne ucciso alla stazione metro Pantano di Monte Compatri la notte tra il 12 e il 13 gennaio scorso. L’uomo, 26 anni, è stato fermato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Velletri, dal carabinieri del nucleo investigativo di Frascati, dopo essere stato localizzato a Roma in zona Borghesiana. Questo quarto arresto giunge dopo quelli di Ringo Gurgevic, Dino e Corum Petrov, che tuttavia si dicono estranei alla vicenda.
Il quadro indiziario elaborato dagli inquirenti, coordinati dalla procura di Velletri, si è avvalso di testimonianze, risultanze tecniche e soprattutto filmati di videosorveglianza che hanno permesso una possibile, presunta, ricostruzione degli eventi.
La sera del 12 gennaio infatti, ci sarebbe stata una lite in un bar di via Casilina: tra i protagonisti della discussione il compagno della madre di Alexandru, un 29enne di origini rumene. Ma anche dopo la fine della lite, quando sembrava tutto alle spalle, l’uomo avrebbe continuato a discutere, non vis-a-vis, ma per telefono, con qualcuno.
Così ci sarebbe stato un appuntamento dedicato ai chiarimenti, proprio nel parcheggio della stazione metro, dove il 29enne si sarebbe recato insieme ad altri: Alexandru Ivan appunto, oltre che alcuni familiari, tra cui due donne. Ma lì li avrebbe attesi l’ignoto, l’impensabile: in un’automobile, alcune persone avrebbero sparato dei colpi d’arma da fuoco, uno dei quali ha ucciso Alexandru, prendendolo in pieno petto. Nonostante le chiamate tempestive al 112 e al 118 non c’è stato nulla da fare per il 14enne, un ragazzino che ha perso la vita per ragioni ancora al vaglio degli inquirenti.
Inizialmente si è infatti parlato dell’ipotesi che la lite prima e l’agguato poi sarebbero avvenuti a causa di vecchie ruggini connesse allo spaccio di droga, eventualità però smentita sia dal patrigno di Alexandru, sia da alcuni testimoni. Successivamente si è parlato invece di uno sguardo di troppo. L’ipotesi più plausibile è che comunque non si mirasse a uccidere il 14enne, ma che sia stato la vittima casuale delle intenzioni di chi ha esploso i colpi.
All’indomani del delitto, lo zio di Alexandru aveva così commentato: “È morto senza un motivo. Gli hanno tolto la vita per niente. Andava a scuola e giocava a calcio. Non andava per strada non era in mezzo alla droga. Mio fratello è il compagno della madre, per lui era come un figlio. Stava con lui stanotte perché voleva andare a dormire da un altro zio”.