Gli Usa valutano riconoscimento Stato palestinese: cosa succede a Washington

Gli Usa valutano riconoscimento Stato palestinese: cosa succede a Washington

Sono ore caldissime per gli Stati Uniti, impegnati a capire quali mosse attuare per sciogliere il nodo della crisi israeliana. Le opzioni politiche sul tavolo di Washington, ad oggi, sarebbero tre: il riconoscimento bilaterale dello Stato di Palestina; il mancato ricorso al veto su un voto del Consiglio di Sicurezza Onu che ammetta la Palestina tra gli Stati membri a pieno titolo; incoraggiare altri Paesi a riconoscere lo Stato palestinese. Dal canto suo il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, avrebbe anche chiesto al dipartimento di Stato un’analisi sulla possibilità di uno Stato palestinese demilitarizzato, in base ad altri modelli nel mondo.

Le opzioni sul tavolo degli Usa

Secondo quanto riportato dal sito Axios, sebbene i funzionari statunitensi affermino che non ci sia stato alcun cambiamento politico, il fatto che il dipartimento di Stato stia addirittura prendendo in considerazione le suddette opzioni segnala un cambiamento di pensiero all’interno dell’amministrazione Biden sul possibile riconoscimento dello Stato palestinese. Per la cronaca, si tratterebbe di una mossa molto delicata sia a livello internazionale che nazionale. Anche perché, per decenni, la politica statunitense è stata quella di opporsi al riconoscimento della Palestina come Stato, sia a livello bilaterale che nelle istituzioni delle Nazioni Unite, e di sottolineare che lo Stato palestinese si sarebbe semmai concretizzato solo attraverso negoziati diretti tra Israele e l’Autorità Palestinese.

La situazione sarebbe adesso cambiata. Come ha spiegato allo stesso Axios un anonimo funzionario Usa, gli sforzi per trovare una via d’uscita diplomatica dalla guerra a Gaza avrebbero aperto la porta al ripensamento di molti vecchi paradigmi e politiche statunitensi. Pare che la citata amministrazione Biden starebbe collegando la possibile normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita alla creazione di un percorso per la creazione di uno Stato palestinese come parte di una strategia postbellica. Questa iniziativa si baserebbe sugli sforzi compiuti dall’amministrazione prima del 7 ottobre per negoziare un mega-accordo con l’Arabia Saudita ed includere un accordo di pace tra i sauditi e Israele.

La proposta di uno Stato palestinese

La proposta di uno Stato palestinese demilitarizzato era stata avanzata anche da Benjamin Netanyahu negli anni passati, ma non è più stata citata in anni recenti. Il dipartimento di Stato, sotto l’amministrazione Obama, ha esaminato la questione del riconoscimento di uno Stato palestinese, anche dopo che l’Autorità Palestinese ha chiesto il riconoscimento come Stato membro a pieno titolo presso le Nazioni Unite nel 2011.

Certo è che Netanyahu, che da tempo si oppone alla soluzione dei due Stati, ha recentemente respinto le richieste di sovranità palestinese mentre Israele si oppone con veemenza contro qualsiasi riconoscimento di uno Stato palestinese da parte di singoli paesi o presso le Nazioni Unite. Il governo di Netanyahu comprende ultranazionalisti che si oppongono anche a piccole aperture verso i palestinesi. I funzionari statunitensi hanno ammesso che è estremamente improbabile che accettino un percorso verso un futuro stato palestinese.

Nel frattempo i combattimenti proseguono e le forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato la morte di un altro soldato, un riservista 36enne, in combattimenti nel nord della Striscia di Gaza. Secondo il bilancio ufficiale, sono 224 i caduti tra le forze israeliane dall’inizio delle operazioni di terra nell’enclave palestinese, scattate a fine ottobre dopo l’attacco del 7 ottobre.

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