Undici casi di vaiolo delle scimmie in Toscana, sette dei quali riscontrati a Firenze. Sono stati diagnosticati nelle scorse ore dalle aziende sanitarie sul territorio toscano, per la precisione nell’area fiorentina. Il primo caso sarebbe stato riscontrato nel Mugello grazie all’intuizione di un medico locale: le persone infette avrebbero contratto la malattia durante le scorse festività natalizie e i pazienti sono quasi esclusivamente giovani adulti, fatta eccezione per un uomo di mezza età. La Regione Toscana ha assicurato di aver messo in atto tutte le misure individuate nella circolare ministeriale, che prevedono autoisolamento e informazione sulle misure igieniche e i comportamenti da attuare, al fine di prevenire la diffusione della malattia. La Regione è inoltre in stretto contatto con Asl per un monitoraggio costante della situazione, che a detta dell’ente regionale risulta comunque stabile e sotto controllo.
“Monkeypox”: di cosa si tratta e come si trasmette
Secondo quanto riportato sul sito dell’ISS, il vaiolo delle scimmie (“monkeypox”, in inglese) è un’infezione zoonotica, trasmessa dagli animali all’uomo, causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo. Ma che si differenzia da quest’ultimo per la minore trasmissibilità e gravità della malattia che provoca. Il nome deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. Il virus non si trasmette facilmente da persona a persona: la trasmissione avviene principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee, con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti, ecc.) oppure tramite il contatto prolungato. I dati finora disponibili e la natura delle lesioni in alcuni casi suggeriscono tuttavia che l’infezione possa essere trasmessa anche durante rapporti intimi.
Sintomi e quadro clinico
Nell’uomo il virus causa febbre, dolori muscolari, cefalea, rigonfiamento dei linfonodi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole e piccole croste. Di norma la malattia si risolve spontaneamente in un periodo che varia da due a quattro settimane, con adeguato riposo e senza terapie specifiche (anche se possono venir somministrati degli antivirali, quando necessario). Fino a questo momento la maggior parte dei casi ha avuto sintomi lievi con un decorso benigno, ma talvolta il vaiolo delle scimmie può causare una malattia più grave soprattutto in alcuni gruppi di popolazione particolarmente fragili quali bambini, donne in gravidanza e persone immunosoppresse.
Prevenzione della malattia
Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo, qualora insorga la febbre, e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto stretto con persone con sintomi. È possibile che le persone vaccinate contro il vaiolo (anche se si tratta di una vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a minor rischio di infezione da monkeypox. Nell’attuale contesto epidemiologico non è comunque raccomandata la vaccinazione per la popolazione generale. Ed è offerta solo ad alcune categorie di persone più a rischio.