Neve chimica sulla Pianura Padana: di cosa si tratta (e perché è pericolosa)

Neve chimica sulla Pianura Padana: di cosa si tratta (e perché è pericolosa)

Anche se il risveglio è stato bianco, la neve caduta su alcune aree della Pianura Padana nelle ultime ore non è affatto un bel segnale. A causa della basse temperature notturne che sono scese diffusamente sotto gli zero gradi, soprattutto nelle province di Parma e Verona si è verificato il fenomeno della “neve chimica” che ha imbiancato auto, tetti e strade.

Di cosa si tratta

L’anticiclone che da alcuni giorni persiste sul nostro Paese ha creato le condizioni adatte per la formazione di nebbie sulle regioni settentrionali a causa dell’alto tasso di umidità e della mancanza di ventilazione. Le condizioni meteo, però, fanno inevitabilmente i conti con le particelle di smog che si accumulano sui bassi strati e all’interno della nebbia stessa: ecco come ha avuto origne la neve chimica che questa mattina ha imbiancato molte località tra cui anche Lugo (provincia di Ravenna) e altri piccoli Comuni sulle pianure del Nord.

La neve chimica apparentemente sembra come la neve reale però è generata dalle particelle inquinanti presenti in atmosfera da cui si formano veri e propri fiocchi di piccole dimensioni, che talvolta riescono addirittura ad imbiancare il paesaggio proprio come accaduto questa mattina”, spiegano gli esperti di Meteoweb. Trovandosi a temperature negative, la nebbia presente sui bassi strati è a tutti gli effetti un’enorme nube dove avvengono i processi che portano alla formazione delle precipitazioni. Però, se lo strato è pieno di inquinanti per la presenza di “grandi complessi industriali che immettono grosse quantità di nuclei di condensazione, ecco che si forma una precipitazione che viene chiamata, appunto, neve chimica”.

Come si innesca il fenomeno

Affinché avvenga il non così raro fenomeno della neve chimica, è necessario che nell’atmosfera si trovino inquinanti industriali quali solfuro e ossido di rame, ioduro di mercurio, piombo e cadmio oltre ai silicati. Queste particelle, avendo una struttura molto simile ai cristalli di ghiaccio, riescono a innescare nelle nubi della nebbia il fenomeno della neve. “Le nevicate chimiche non durano a lungo: esaurite le particelle inquinanti presenti nell’atmosfera, cessa anche la nevicata”, sottolineano gli esperti.

Sono numerose le foto che stanno facendo il giro del web e pubblicate da numerose pagine Facebook. Per tutti, però, la raccomandazione è di non toccare questo tipo di neve per i motivi appena descritti: non si tratta di quella candida che scende dal cielo durante una perturbazione ma contiene sostanze inquinanti che certamente non fanno bene alla salute. Non è improbabile, viste le attuali condizioni meteo, che anche nei prossimi giorni possa esserci una replica di questo particolare fenomeno.

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